Legnano, pediatra si uccide: accusato di abusi su minorenni

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2016 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA
Legnano, pediatra si uccide: accusato di abusi su minorenni

Legnano, pediatra si uccide: accusato di abusi su minorenni

MILANO – Si è tolto la vita gettandosi dalla finestra del suo appartamento, il primario del reparto di Pediatria dell’ospedale di Legnano (Milano), Alberto Flores d’Arcais, di 61 anni. Era finito ai domiciliari a metà dello scorso luglio perché accusato di atti sessuali con pazienti minorenni.

“Perdonatemi, vi amo”: con queste parole scritte su un biglietto ha detto addio alla sua famiglia, per poi gettarsi dalla finestra del suo appartamento di via Belgirate a Milano.

Il 118 è intervenuto alle 7 di sabato mattina sul posto, ma i soccorritori non hanno potuto fare altro che riscontrare il decesso dell’uomo, dopo la caduta dal sesto piano. A quanto si apprende, unitamente al messaggio ai suoi cari, il medico ha lasciato altre dieci buste chiuse, destinate presumibilmente ad amici e colleghi, che sono state sequestrate dalla magistratura milanese.

Il provvedimento dei domiciliari era stato disposto dalla procura di Busto Arsizio: le accuse mosse al primario riguardano 18 episodi di presunti abusi su ragazzine di 13 anni durante le visite mediche. D’Arcais si era sempre dichiarato innocente.

L’inchiesta aveva suscitato parecchio scalpore, perché era da dieci anni dirigente dell’unità operativa del Civile di Legnano e docente da 5 presso la cattedra di Allergologia Pediatrica al San Raffaele. D’Arcais ha pubblicato decine di studi e partecipato a missioni umanitarie a Baghdad nel 2001 e nel sud-est asiatico flagellato dallo tsunami nel 2005. Insomma un professionista di tutto rispetto, sul quale era piombata all’improvviso un’accusa pesantissima.

Sui suoi computer è stato trovato un enorme quantitativo di materiale pedopornografico, immagini e tracce informatiche di collegamenti a siti web. Secondo quanto rilevato da un un consulente nominato dalla Procura di Busto Arsizio (Varese), che da circa sei mesi stava indagando su presunti atti sessuali con minorenni commessi dal medico dal 2008 fino all’arresto di un mese e mezzo fa, D’Arcais era un frequentatore abituale anche di siti web di racconti di abusi su minori, taluni proprio su bambine abusate durante visite mediche.

“Il consulente aveva appena terminato le perizie su due computer in uso al medico – ha spiegato il Procuratore Capo della Repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana – dai quali è emerso copioso materiale, circa 5000 files”.

A quanto si apprende l’hard disk di uno dei due pc era stato formattato, ma i tecnici sono comunque riusciti a recuperarne il contenuto, tutte immagini pedopornografiche. Nel secondo dispositivo invece, altre immagini dello stesso genere erano semplicemente state spostate dalla memoria al cestino, ma non eliminate.

Dalle verifiche degli esperti incaricati dall’autorità giudiziaria, sono emersi inoltre numerosi accessi a siti pedopornografici e a uno in particolare, definito dagli inquirenti “borderline”, dove vengono pubblicati racconti di abusi su bambine, tra cui alcuni narranti approcci sessuali durante visite mediche.

A seguito del suicidio di D’Arcais la Procura di Busto Arsizio si avvia alla chiusura indagini.