Alice, 150 anni a Natale. Lewis Carroll, foto di bimbe nude: pedofilo o casto?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2014 - 14:07| Aggiornato il 24 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lewis Carroll. 150 anni fa Alice in Wonderland, Alice nel paese delle meraviglie: casto dono alle amate bambine. Amate quanto e come?

L’interrogativo ancora aleggia, un po’ pruriginoso, su uno dei classici della letteratura inglese moderna, un secolo e mezzo dopo la sua prima edizione. Giusto 150 anni, la vigilia di Natale, Alice Liddell, una bambina di dodici anni, ricevette in regalo da un professore di matematica bigotto a Oxford un manoscritto a lei dedicato che il tempo rivelerà come uno dei tesori della letteratura britannica: “Alice in Wonderland” (Alice nel Paese delle Meraviglie), come da dedica, è il frutto di un amore asimmetrico, il ringraziamento “in memoria di un giorno d’estate”, da parte del  reverendo Charles Lutwidge Dogson, in arte Lewis Carroll.

Quasi un prototipo sentimentale del Doctor Jeckyll e Mr. Hyde (il romanzo di Stevenson uscì sempre in epoca vittoriana) l’anemico, puritano e noioso prof di matematica Dogson (gli studenti a Oxford disertavano in massa le sue lezioni) serbava per sé, e per le sue adorate bambine, il genio combinatorio e fantastico delle storie raccontate dall’alter ego Lewis.

Il mistero, gelosamente conservato per oltre cent’anni dalla famiglia Dogson, è nel rapporto di Dogson-Carrol con Alice, le sue sorelle e amiche: Carroll aveva un debole per le bambine, amava ancor di più utilizzare il gadget tecnologico all’epoca più intrigante, la macchina fotografica, per immortalare bambine, ma possiamo ascrivere le sue pulsioni all’ignominioso territorio della pedofilia? L’ultima biografia di Edward Wakeling smentisce con forza ipotesi su presunti vizi privati: una decina di fotografie su oltre 30mila scattate non bastano a dichiararlo un mostro, lo difende il biografo.

Ma non c’è dubbio che con il clima di oggi il reverendo Charles Lutwidge Dogson, in arte Lewis Carroll sarebbe in carcere da tempo per pedofilia. L’estensione di fattispecie criminose come la violenza sessuale a casi che non comprendono la penetrazione ha portato nel sentire comune a un corto circuito che assolve, almeno nel passato, i casi in cui atti d penetrazione non siano stati compiuti.

Provate a immaginare cosa dicono i vostri vicini amici o parenti se chiedete di fotografare, nude, le loro bambine? Provate a immaginare la vostra reazione oggi se al posto di bambine di un secolo e mezzo fa ci fossero, in quelle pose lascive, bambine di oggi?

Anche se va considerato il contesto di un’epoca in cui era prassi impalmare spose bambine (ciò di cui ci scandalizziamo oggi non ha sempre valore retroattivo). Certo, la foto che pubblichiamo, quella di Evelyn Hatch, in posa come una Maya desnuda di dieci anni, è abbastanza impressionante. E di sicuro la passione dominante del doppio libertino del matematico codino e baciapile è nascosta ma solidissima: è lui stesso ad ammetter che “amo i bambini, eccetto i maschi”.

Che poi anche in quell’epoca, peraltro ultra bigotta e moralista, non tutto andasse giù così pacificamente lo dimostra il fatto che a un certo momento la famiglia di Alice Liddell troncò i rapporti con il reverendo Dogson e che le pagine del diario di Dogson Carrol sono state strappate dal volume manoscritto passato al tipografo. Ancora non si sa cosa sia successo, sono state inventate scuse abbastanza inconsistenti (che Dogson Carrol coltivasse l’amicizia per le bambine Liddell come scusa per corteggiarne la governante) o anche che Dogson Carroll volesse sposare Alice e ne avesse chiesto la mano ai genitori, provocandone la drastica chiusura. Molto se ne è scritto, finora il mistero permane.

Lewis Carroll, cui l’altra personalità consentiva di ammonire l’illustratore che incautamente (per i gusti del reverendo) aveva ritratto un bambino: “Perdoni la volgarità del mio linguaggio (non saprei dirlo con maggiore finezza), ma nel libro non ci può essere, nel modo più assoluto, un disegno che mostri il posteriore nudo di un maschietto, neppure se si tratta di un bambino molto piccolo”.

No, la miglior difesa contro le accuse al mostro celato dietro i paramenti severi del diacono figlio di pastore, resta la platonicità delle sue fantasie sessuali. Con Alice Liddle il burrascoso rapporto si interruppe soprattutto per la passione di ritrarla in abiti succinti, dopo anni che frequentava lei e le sue sorelle.

Si può ragionevolmente supporre (la mole di studi e saggi sulla sua personalità è quasi un genere letterario a sé) che Dogson-Carroll sia morto vergine. Solo tre dei suoi 11 fratelli e sorelle riuscirono a sposarsi (in una rigida società come quella vittoriana il matrimonio era l’unica strada per realizzare i propri sogni di concupiscenza), fu quasi sicuramente traumatizzato nel collegio maschile dove fu recluso dai 14 ai 17 anni: era efebico, quasi femminile, balbettava (come quasi tutti in famiglia), l’esperienza fu brutale e da lì comincia la sua idiosincrasia per i maschi e gli adulti.

Vi proponiamo alcune foto di ritratti di bambine del  reverendo Charles Lutwidge Dogson, in arte Lewis Carroll.