Londra brucia per la terza notte. E’ una rivolta sociale, muore ragazzo di 26 anni

Pubblicato il 9 Agosto 2011 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – London’s burning urlavano i Clash quasi 35 anni fa: gli alfieri del punk rock raccontavano meglio di qualsiasi analisi sociologica la rabbia giovanile e l’assenza di prospettive della generazione “no future”. Oggi che la città è stata a messa a ferro e fuoco da giovani incappucciati e pronti a tutto sembra di rivivere l’esplosione dei ghetti di quegli anni lontani di recessione economica che prepararono la strada al panzer in gonnella chiamato Margareth Thatcher. L’alleanza tra giovani proletari e i figli di immigrati di seconda e terza generazione provenienti dall’ex colonie aveva dato vita a un vasto e colorato movimento suburbano che univa reggae e punkrock, rivendicazioni marxiste e estetica nichilista.

L’uccisione di Mark Duggan da parte di un poliziotto è stata solo la scintilla delle violente proteste, con scontri armati tra la polizia ed i cittadini, per lo più giovani dal volto coperto le cui manifestazioni sono sfociate nel vandalismo. La protesta, il clima incendiario si allarga come un contagio, allargandosi nei quartieri a nord di Londra e d estendendosi nelle altre città industriali inglesi. E ci scappa anche il morto: un giovane ferito a Croydon (sud di Londra) ha perso la vita dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco. Aveva 26 anni. È la prima vittima degli scontri di Londra.

Picchiato un italiano. Preso a botte mentre faceva un filmato degli scontri nel quartiere multietnico di Brixton, a Londra: e’ l’esperienza diretta della guerriglia londinese raccontata da un giovane italiano di 27 anni. Michele Luppi, triestino, lavora a Londra in un bar-gelateria di Soho. Domenica si e’ trovato a Brixton, in mezzo agli scontri scoppiati nel quartiere di Brixton e, armato di cellulare, ha cominciato a filmare le scene degli scontri e del saccheggio di un negozio Foot Locker, riuscendo a immortalare due bottiglie molotov che volavano in aria. Dopo pochi minuti – ha riferito – e’ stato aggredito da un ragazzo, che l’ha preso a pugni in faccia, ha distrutto il cellulare e gli ha quasi rotto il naso. E’ comunque in buone condizioni.

Il primo ministro inglese David Cameron ha interrotto le sue vacanze in Toscana per rientrare nel paese, dove oggi presiederà il vertice “Cobra”, lo speciale comitato per gestire le crisi del governo britannico, che riunirà Cameron, il ministro degli Interni Theresa May ed i vertici delle forze dell’ordine, per stabilire le linee guida di gestione della guerriglia, che al momento conta 334 arresti e 35 agenti feriti. Nella città saranno dispiegati 13 mila agenti nelle prossime 24 ore per fronteggiare i disagi.

Gli episodi di violenza che stanno sconvolgendo Londra ormai da sabato, e che in questi giorni si sono estesi alle vicine città di Birmingham, Bristol, Manchester e Liverpool, non esprimono solo la rabbia per l’uccisione di Duggan, cittadino di colore pregiudicato e sospettato di essere membro della pericolosa banda criminale Yardies giamaicana, ma sono l’espressione di un profondo disagio vissuto dai cittadini, specialmente i giovani, che con l’avanzare della forte crisi economica che ha investito il paese e a fronte dei tagli che il governo britannico si è visto obbligato ad operare non vedono per se un futuro.

La rabbia e la paura divengono che già da tempo intimamente corroboravano gli animi, l’antico astio con le forze dell’ordine, la pressione della differenza sociale sono i combustibili di questa guerriglia che ora brucia Londra, dopo la scintilla per l’omicidio del pregiudicato, secondo la polizia, e bravo padre di famiglia non violento, secondo familiari e amici. Una dicotomia tra santo e diavolo per Duggan che evidenzia quale sia la spaccatura della società inglese in questo delicato momento: al governo conservatore di Cameron non sarà sufficiente soffocare le rivolte e spegnere gli incendi per sedare la guerriglia urbana, ma dovrà comprendere le cause sociali di cui la rivolta si alimenta. Non è solo la città a bruciare, ma l’intera società asfissiata dai fumi della crisi economica che dal governo si è sentita abbandonata.

Le immagini della rivolta di queste ore (foto AP/LaPresse):