Attenti a dove mettete le mani: dai capelli alle mutande c’è sempre un significato

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 00:03 OLTRE 6 MESI FA

Scriveva l’umorista francese  Pierre Daninos oltre mezzo secolo fa che le mani sono immobili a Londra, si muovono a Parigi, si agitano vorticosamente a Roma, dove sono le eliche del pensiero. Ecco una serie di personaggi, italiani e stranieri, che non sembrano confermare le parole di Daninos: le mani, è vero, aiutano a sottolineare le proprie idee, ma c’è chi lo fa con energia come Daniela Santanché, che ha imparato dai telefilm americani quell’orribile gestaccio di mostrare il dito, veramente degno di una gran signora che gira con set completo di borse Vuitton ma il dito evidentemente non ha ancora imparato dove metterlo. C’è chi lo fa con fredda determinazione, come Paolo Ferrero il pugno e Gianfranco Fini il saluto romano. C’è chi esprime in modo lapidario i propri pensieri, come Cesare Previti, o si mette le mani nei capelli e con ragione come Bob Geldof oppure ti invita al silenzio come Ashley Dupré, al secolo Ashley Rae Maika Di Pietro, la prostituta che portò alla rovina l’ex governatore di New York Elliot Spitzer. Donna lapidaria e senza sottintesi Rosi Bindi, che non si capisce perché fa il segno di vittoria. Mazziniano Luigi Zanda, religioso Piero Fassino. Sempre educativo guardare cosa fa delle mani Silvio Berlusconi: dall’esaltazione alle corna, e affascinante l’uso che ne fa Bruno Vespa, da solo e con Berlusconi.