Marea nera, Bob Kennedy Jr: “Sesso, droga e bugie…altro che controlli”

Pubblicato il 5 Maggio 2010 - 21:45| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Dietro l’eco-disastro del Golfo del Messico, quello che potrebbe essere la Katrina di Obama, in realtà c’è l’amministrazione Bush. A scriverlo dalle colonne del sito americano Roberto Kennedy Jr, leader dell’organizzazione ecologista Waterkeeper Alliance ed erede della famiglia Kennedy.

Le responsabilità sono per lui del Minerals Mamgemente Service, l’ente federale che controlla la sicurezza degli impianti energetici. I funzionavi che dovevano monitorare si intratteneva invece, denuncia Kennedy, con sesso e droga insieme ai rappresentanti dell’industria petrolifera.

“Tra il gennaio ed il marzo del 2001 il vicepresidente Dick Cheney ha avuto incontri segreti con oltre 100 rappresentanti dell’industria petrolifera perché si arrivasse ad una lista di richieste delle compagnie”, scrive. Nel 2003 secondo uno studio del Minerals Management Service i sistemi automatici di bloccaggio dei pozzi, gli stessi che la Bp utilizza in Brasile e nel Mare del Nord, erano “non utili”, mentre solo tre anni li giudicava “essenziali”.

Il disastro della marea nera oggi pova essere contenuto se solo i sistemi fossero stati installati. Inoltre, scrive ancora il figlio di Rfk, “un’ndagine interna del Mms datata 2009 conferma che i funzionari bevevano frequentemente alcol nel corso delle visite negli impianti, consumavano cocaina e marijuana con i rappresentanti dell’industria petrolifera, con i quali intrattenevano anche rapporti sessuali”.

In taluni casi, alcuni rappresentanti del Mms furono costretti a farsi pagare l’albergo dalle compagnie petrolifere perché non erano in grado di tornare a casa complice l’alcol ingerito. Secondo Kennedy, infine, Halliburton Co. la compagnia americana gestita negli anni ’90 da Dick Cheney ha un ruolo diretto nell’esplosione della piattaforma: “Hanno curato i lavori di cementificazione della piattaforma poco prima dell’esplosione”.

L’accusa era già stata avanzata dal Wall Street Journal: la cementificazione serve a impedire perdite di greggio e gas naturale riempiendo l’intercapedine tra l’esterno del tubo di trivellazione del pozzo e l’interno del buco scavato nel fondo dell’oceano. Secondo il Wsj, nel caso della Deepwater il personale della Halliburton aveva finito di pompare il cemento nel pozzo poco prima dell’esplosione.