Massimo De Rosa: “Mica ho dato delle pompinare alle deputate Pd…”

Pubblicato il 31 Gennaio 2014 - 12:50| Aggiornato il 1 Febbraio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Massimo De Rosa: "Mica ho dato delle pompinare alle deputate Pd..."

Massimo De Rosa, deputato M5s (foto Lapresse)

ROMA – “Sapete fare bene i pompini” diventa “qualche parola fuori posto, facevo un ragionamento generale”. Massimo De Rosa, il deputato del Movimento 5 Stelle accusato di sessismo, il giorno dopo se la cava così: “Non è vero che ho dato delle pompinare alle colleghe del Pd.

La storia

Il 30 gennaio su tutti i giornali esplode lo scandalo. 7 deputate del Pd denunciano De Rosa di averle insultate: “Ci ha detto che se siamo qui è solo perché siamo brave a fare i pompini”.

La dichiarazione arriva alla fine di una giornata già di per sé movimentata. Laura Boldrini aveva applicato la cosiddetta “tagliola” contro i deputati grillini, mettendo fine all’ostruzionismo e dando la possibilità di votare per l’approvazione del decreto su Imu e Bankitalia. A seguito di questa decisione la Camera si è trasformata in un Far West: sputi, grida, insulti, cazzotti, minacce, canti e bandiere. Ed evidentemente qualche parola di troppo.

L’intervista

A distanza di 2 giorni, De Rosa si difende in un’intervista a Repubblica:

”Sì, mi è scappato un insulto. A un certo punto ho detto, rivolgendomi a tutti e non alla Moretti, ‘la gente entra qui dentro perché conosce qualcuno o perché ha fatto un pompino a qualcuno’. Mi scuso se qualche parola è stata fuori posto. Mi scuso per quell’insulto. Mi dispiace, era una giornata faticosa e hanno iniziato loro a insultare. Ma voglio che sia chiaro che facevo un ragionamento generale, non è vero che ho dato delle ‘pompinare’ alle deputate del Pd, ci mancherebbe”.

“Quella di mercoledì è stata una giornata terribile. Un giorno complicato, faticosissimo. Io ero con due colleghi. Eravamo in tre, al computer. Intorno a noi ci ritroviamo quelli del Pd. Erano una ventina, hanno iniziato a insultarci”, racconta De Rosa. ”Hanno iniziato loro. Parolacce. ‘Fascisti’, ci gridavano. È andata avanti per venti minuti. Alla terza volta, dopo tutto quel tempo, sì lo ammetto: mi è scappato un insulto’.