Italia paese di matrimoni bianchi: sesso sì, ma solo con l’amante

Pubblicato il 5 Marzo 2011 - 16:26| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli italiani fanno l’amore, ma non con i propri coniugi: aumentano infatti i ‘matrimoni bianchi’, caratterizzati dalla mancanza di attività sessuale nella coppia, e allo stesso tempo cresce il numero delle relazioni adulterine.

E’ il quadro tracciato da Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, secondo il quale “l’attività sessuale degli italiani non è diminuita affatto, è semmai scemata all’interno della coppia fino a determinare i cosiddetti ‘matrimoni bianchi’, cioè quelle unioni coniugali caratterizzate da mancanza, assoluta o relativa, di attività sessuale sia dall’inizio del matrimonio, sia dopo i primi sette anni dalla sua celebrazione”.

Secondo recenti studi del Censis, della Società Italiana di Andrologia ed una ricerca dei sessuologi americani (con riscontri in Italia a cura del centro Studi Ami), nel nostro Paese il 20% delle separazioni deriva dalla mancanza o dall’insufficienza di sesso nella vita coniugale della coppia.

Nella stragrande maggioranza dei casi (circa il 70%) la colpa del mancato sesso sarebbe del maschio, sempre pronto a trovare scuse o improbabili ‘mal di testa’ pur di rifiutare o non promuovere rapporti sessuali con la moglie.

Anche molte coniugi infedeli però, sempre più appagate sessualmente al di fuori del matrimonio, rifiutano con alta frequenza la pratica del sesso con i mariti: vi sono casi in cui mogli apparentemente insensibili al sesso nell’ambito matrimoniale si siano dimostrate poi particolarmente attive e fantasiose al di fuori delle mura domestiche.

Si tratta quindi, rilevano i matrimonialisti, di un fenomeno particolarmente diffuso che non riguarda affatto coppie della terza età ma soprattutto quelle dei ‘freschi sposi’. Le carte processuali spesso dimostrano che i coniugi inappetenti sessualmente nell’ambito della vita matrimoniale non siano affatto insensibili al sesso e che non di rado gestiscano anche più di un rapporto extraconiugale. E’ evidente quindi, osserva Gassani, che “molti italiani, a causa del repentino cambiamento dei costumi, siano sempre alla ricerca di nuove emozioni attraverso approcci sessuali con persone diverse, piuttosto che assolvere ai loro doveri coniugali”.

Inoltre, aggiunge il presidente dell’Ami, “i social network ed i nuovi sistemi di comunicazione stanno rendendo soprattutto i mariti italiani soggetti da divano in casa e mandrilli fuori. Infatti, dietro una mancanza di desiderio sessuale non c’è sempre bisogno di un sessuologo, semmai di un investigatore. E’ indubbio tuttavia che la nascita dei figli e il senso di routine (che può subentrare in una coppia se essa non si rinnova quotidianamente) sono in grado di determinare la trasformazione di marito e moglie in fratello e sorella”.

Per Gassani, dunque, la mancanza di attività sessuale nella coppia “produce molto spesso situazioni incresciose e l’inizio di una crisi irreversibile che, se portata in Tribunale, sfocerà in una aspra contesa per stabilire o l’impotenza o l’infedeltà del coniuge sessualmente inappetente: il sistematico rifiuto di rapporti sessuali nell’ambito matrimoniale può determinare la separazione e il divorzio, istanze di risarcimento danni, dichiarazioni di nullità del matrimonio in sede ecclesiastica e, nel caso di una provata mancata consumazione, il divorzio automatico senza passare per la fase della separazione. Ciò dimostra – conclude – che la legge, così come la religione considerano il sesso nel matrimonio come sicuramente l’aspetto più importante, da sempre”.