Milano: sgomberato e distrutto un campo rom

Pubblicato il 19 Novembre 2009 - 13:16 OLTRE 6 MESI FA

E’ scattato all’alba di giovedì lo sgombero del campo rom nell’area ex Enel di via Rubattino a Milano. Una settantina di vigili urbani e un contingente composto da polizia e carabinieri in assetto antisommossa hanno buttato giù dal letto le famiglie e le hanno costrette a lasciare le baracche. Al momento dell’operazione erano presenti sull’area, oggi di proprietà della Rubattino Srl, circa un centinaio di nomadi, alcuni dei quali potrebbero trovare una sistemazione provvisoria alla Casa della Carità. Inutile la fiaccolata organizzata domenica sera da alcune associazioni del quartiere e dalle maestre dei bambini per scongiurare il blitz. Nel campo, anche in seguito agli arrivi dovuti agli sgomberi di altri campi irregolari, le presenze di nomadi erano passate negli ultimi mesi da una cinquantina a circa 200 (di cui circa 70 bambini), quasi tutti di origine romena.

Dure le prime reazioni: «Mentre l’assessore Moioli celebra l’anniversario della Carta dei diritti all’infanzia – affermano i consiglieri comunali David Gentili (Pd) e Patrizia Quartieri (Prc) – in via Rubattino l’esperienza di integrazione di 40 bambini nelle scuole del quartiere viene calpestata dalle ruspe. Uno sgombero che è una vergogna per Milano. Si fa propaganda politica sulla vita dei bambini». «Alle porte dell’inverno, dopo le mobilitazioni del quartiere e delle insegnanti delle scuole che ospitano i bambini, pensavo, ingenuo, che ciò non sarebbe accaduto – prosegue Gentili -. Non c’è limite all’utilizzo della vita delle persone per fare propaganda politica».

Di «ennesima violazione di diritti fondamentali», parla l’associazione Naga. Nel settembre scorso anche Amnesty International si era schierata pubblicamente contro un eventuale sgombero con la forza pubblica del campo di via Rubattino e aveva sollecitato i propri sostenitori a sottoscrivere un appello al prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi in cui lo si invitava «a non eseguire lo sgombero forzato». Per Amnesty questo tipo di operazioni «eseguite senza protezione legale, sono proibite dal diritto internazionale in quanto costituiscono una grave violazione di una serie di diritti umani, in particolare, del diritto a un alloggio adeguato».