Orge, rapporti con gay e minorenni: Mussolini spiava i vizi dei suoi gerarchi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2014 - 19:24 OLTRE 6 MESI FA
Orge, rapporti con gay e minorenni: Mussolini spiava i vizi dei suoi gerarchi

Benito Mussolini

ROMA – Rapporti con minorenni, omosessuali, orge. Succedeva anche questo tra i gerarchi di Benito Mussolini durante il ventennio fascista. E lui, Mussolini, ne era al corrente, e faceva spiare e intercettare tutti. Mirella Serri per “Sette”, il settimanale del Corriere della Sera, in lungo articolo racconta di come molti gerarchi fascisti furono cacciati o redarguiti in seguito ad episodi legati a rapporti sessuali definiti “sconvenienti”.

Scrive Mirella Serri:

“Pronto?”. Sono le 12.05 del 30 dicembre 1937, a rispondere è il quarantacinquenne Roberto Farinacci, l’intransigente ras fascista di Cremona, e all’altro capo del telefono c’è il sessantenne senatore Giovanni Treccani, che ha dato vita a quel monumento del sapere e della cultura che è il celebre Istituto della Enciclopedia Italiana. Giovanni chiede aiuto al potente gerarca a cui è molto legato: teme che una giovane donna da lui intimamente frequentata possa essere rimasta incinta.

Questo documento, insieme a centinaia di tanti altri memorandum, lettere anonime, note informative e rapporti di polizia compilati fra il 1922 e il 1945, è custodito al Public Record Office a Kew Gardens, nel Surrey, dove gli avventurosi Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella sono andati a pescare “Le carte segrete del Duce. Tutte le rivelazioni su Mussolini e il fascismo conservate negli archivi inglesi”.

E così ecco alcuni vizi dei gerarchi di Mussolini:

Il ministro dell’Agricoltura, Giacomo Acerbo, padre della legge elettorale maggioritaria che nelle elezioni del 1924 ha aperto la strada al regime totalitario, le prede le vuole proprio acerbe: autorevole uomo di collegamento tra Mussolini e Vittorio Emanuele III, rettore del Regio Istituto superiore di Scienze economiche, legato alla massoneria, “si diletta di minorenni”, come registra un minuzioso rapporto, “e non disdegna di fare andare al Ministero qualche bella maschietta (le ragazzette che portano i capelli corti e indossano i pantaloni)”.

I suoi gusti sono molto particolari ma non rari: li condivide con l’onorevole Augusto Turati. Dopo aver lasciato la guida del Pnf, Turati, è a capo de “La Stampa” di Torino e nella città sabauda non si fa mancare niente: è invischiato in affari illeciti, consuma sostanze stupefacenti a gogò e nel ménage à trois con “la mondana Paolina Marcellino, nota ‘Paulette’ ” è coinvolto un sottoposto della compiacente signora.

A questo elenco di ragazzine si aggiunge la figlia dodicenne di una sua amante, e una manicure diciassettenne che gli ammolla un calcione quando lui “cerca di possederla contro natura”. Non manca anche una propensione alla coprofilia “Turati durante i vari convegni avuti”, denuncia un inorridito questurino, “avrebbe anche preteso che la Marcellino facesse i suoi bisogni sul suo petto”.

Leggendo queste indiscrezioni sulle preferenze dell’ex segretario del suo partito, Mussolini fa un salto sulla poltrona di Palazzo Venezia: la sua preoccupazione non è difendere le minori dagli abusi o frenare lo sperpero di denaro pubblico ma mettere la sordina a eventuali scandali. “Sua Eccellenza… compiva gli atti piu inverosimili e talvolta”, scrive ancora il poliziotto, “durante i suoi amplessi con la Marcellino, ordinava al servo di congiungersi con lui”. E’ dunque omosessuale (l’accusa più infamante per il regime) ma nel menu dell’orco-gerarca c’è pure l’infanzia violata: “S. E. Turati predilige le bambine e, a tutte quelle che gli capitano, fa proposte le piu? oscene. Un giorno la Marcellino mando? all’onorevole, per una commissione, una giovinetta della sua sartoria, a costei sollevò le vesti, facendo anche dei tentativi per abusarne…..”.