Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, “Non fu stupro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2015 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA
Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, "Non fu stupro"

Padre Fedele story. Il frate ultrà, la suora, il convento: assolto dopo 10 anni, “Non fu stupro” (Ansa)

CATANZARO – Padre Fedele, all’anagrafe Francesco Bisceglia, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” nel processo in cui era imputato per violenza sessuale ai danni di una suora. Un verdetto che arriva 9 anni e 5 mesi dopo l’arresto di Padre Fedele, al quarto grado di giudizio dopo due sentenze di condanna (con pene di 9 anni) e un annullamento da parte della Corte di Cassazione, che aveva disposto un nuovo processo d’appello.

Pena ridotta per il segretario dell’ex frate, Antonio Gaudio, condannato per un caso di violenza. Gaudio, in particolare, è stato assolto, perchè il fatto non sussiste (e non per non avere commesso il fatto) dall’accusa di avere violentato in due occasioni la suora ma è stato condannato per la violenza su una ospite dell’Oasi Francescana di Cosenza ed ha avuto inflitta una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione (in primo grado gli erano stati comminati 6 anni e 3 mesi). Padre Fedele oggi non era presente in aula.

Ad aprile aveva indetto una conferenza stampa per protestare la sua innocenza e “Quella che stiamo per celebrare – ha aggiunto l’ex frate – sarà la mia decima Pasqua senza poter celebrare Messa, addirittura mi è stata negata la possibilità di leggere il vangelo durante le funzioni. Eppure c’è un sacerdote, reo confesso, condannato per le vicende dell’istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello, che vive libero, venerato e protetto nell’episcopio di Como, dove celebra la messa mentre io, che sono innocente, sono stato sospeso a divinis, senza un processo canonico. Una situazione assurda perché io sono amico dei poveri, lui li ha sfruttati, lui si trova protetto, io in croce”.

Queste le accuse della suora contro Padre Fedele, accuse che il processo ha dimostrato non vere: “Sono stata violentata da lui quattro volte” , “una volta erano in tre”, un’altra la religiosa raccontò di essere stata picchiata, ripresa e fotografata. “Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata”. La suora si era confidata con la madre superiora. Le indagini della squadra mobile confermano la passione di Padre Fedele per le donne. Ma fra la violazione del voto di castità e la violenza sessuale c’è una differenza che è emersa dopo quasi un decennio di processi.

La storia di padre Fedele “violentatore di suore” prende le prime pagine dei giornali nel gennaio 2006. Ma nella lunga e intensa vita del francescano c’è stato molto più di un quarto d’ora di notorietà. A Cosenza lo conoscevano come il “frate ultras” sciarpa rossoblù e megafono, presenza fissa in curva in tutte le partite in casa e in trasferta del Cosenza. Esuberante e carismatico, animava una comunità da lui fondata “Oasi francescana”. E aveva la passione per le donne. Stando ai biografi, ricambiata. Scrissero Giusi Fasano e Carlo Macrì sul Corriere della Sera:

Fedele (Francesco prima di prendere i voti) Bisceglia nasce il 6 novembre del 1937 a Laurignano, a pochi chilometri dalla città che lo ha poi adottato. È il primogenito di quattro fratelli, ma a cinque anni resta orfano della madre, che muore di polmonite. È così che per lui comincia una vita in salita, tutta da conquistare, irta di ostacoli. Francesco viene cresciuto in un orfanotrofio e non segue il padre che invece sceglie di emigrare in America. Occhi magnetici, bella presenza, Francesco, esercita un fascino straordinario sulle donne, e saranno sempre le donne a stargli vicino e a sostenerlo in tutte le sue battaglie. Ma lui sceglie un’altra strada: quella del convento. Dopo il noviziato si trasferisce a Napoli per completare gli studi di teologia.
Nel 1964 viene ordinato sacerdote. La sua intelligenza vivace ed esplosiva non passa inosservata e i superiori lo spediscono subito a Roma, dove si laurea all’Universitá Lateranense. Poi comincia la sua carriera di parroco. Prima destinazione: Montagnola, frazione di Acri, in provincia di Cosenza, dove fa costruire subito un campo sportivo, poi un asilo e una chiesa. E per fare arrivare in paese elettricità e acqua ricorre per la prima volta allo sciopero della fame. Una vittoria con la quale si conquista le simpatie di tutta la popolazione. A Montagnola il frate resta sette anni. Poi viene nominato Superiore del Convento di Acri, il più importante della provincia di Cosenza.
È qui che il monaco affina le sue innate capacità di grande comunicatore e finisce per la prima volta alla grande sotto i riflettori portando l’urna del Beato Angelo (1669-1739), una delle figure più eminenti della Chiesa calabrese, dalla basilica del cosentino in volo negli Stati Uniti, per esporla ai devoti d’oltremare, tanti italiani emigrati. Nel 1980 c’è un altro cambiamento nella sua vita. Padre Fedele viene trasferito a Cosenza come segretario delle missioni estere.
È pronto alla conquista delle zone più desolate del mondo. Comincia a viaggiare: dall’India all’Etiopia, dall’Eritrea al Madagascar, dal Camerun al Centrafrica, dove fonda un centro per bambini handicappati, un ospedale, otto chiese. Ma la sua spina al cuore sono i tanti lebbrosi del mondo: con forti finanziamenti partecipa alla costruzione di varie strutture specializzate in tutto il mondo. In Calabria a Cosenza fonda poi «Oasi Francescana», dormitorio, mensa e poliambulatorio per poveri. Una struttura modello. Vulcanico e poliedrico, amante del calcio a tal punto da essere chiamato il «Monaco Ultrà», teologo e medico, più volte ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini, vicino ai «No global», con doti di grande comunicatore, in questi ultimi anni si era anche conquistato largo spazio sui giornali e una poltrona nei grandi salotti televisivi.
Nel 1995, quando in occasione dell’ «Erotica Tour» di Bologna Padre Fedele assegna a Luana Borgia, ex pornostar, da lui redenta, e con la quale si presenta la domenica allo stadio, il compito di allestire nel suo stand contenitori per la raccolta di fondi destinati all’acquisto di un’ambulanza per il Ruanda. Alle critiche per la sua amicizia con la donna, il cappuccino risponde secco: «Più si va all’ inferno più si trova la strada per il paradiso». E non ha problema a presentarsi allo stand della rivista «Le Ore» e alla conferenza stampa. Risultato immediato: un assegno di cinque milioni di lire per i bambini del Centroafrica.
[…] Nel 2004 è in prima linea contro lo sfruttamento della prostituzione. A lui si rivolge una donna rumena raccontando la sua drammatica vicenda. Dalla confessione nasce un’operazione che si conclude con sette arresti per traffico di clandestini. Ma non è tutto. Nonostante le sue molteplici iniziative, i suoi impegni pubblici e i suoi viaggi nei luoghi sperduti del mondo, non trascura la sua vera, grande passione, quella per il calcio, che lo ha portato nella scorsa stagione 2004-2005 a conquistarsi il posto di presidente del Cosenza Calcio, dopo un memorabile sciopero della fame, in seguito al quale venne anche ricoverato in ospedale.