Paolo Brosio: “Il sesso e la cocaina mi stavano uccidendo”

Pubblicato il 2 Marzo 2010 - 18:34| Aggiornato il 5 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

«La morte di mio padre, l’attentato incendiario a Twiga, il divorzio da mia moglie Gretel, è successo tutto insieme e sono crollato. Allora ho affrontato il problema dell’alcool, del sesso, della droga e della cocaina».

Paolo Brosio racconta quello che ha vissuto alla trasmissione “Attenti a pupo” in onda su Radio 1. «Ero fissato con le donne e per raggiungere la trasgressione e dimenticare ciò che mi era accaduto ho esagerato e per la prima volta sono strapiombato» aggiunge il giornalista che su quanto accaduto ha anche scritto un libro dal titolo eloquente “A un passo dal baratro”.

«Prima ero assorbito dal lavoro, era una corsa continua per avere l’esclusiva, ed ho tralasciato i valori veri della vita. È strano Emilio Fede mi ha dato popolarità immensa, mentre la fede spirituale mi ha salvato».

Tutto è infatti cambiato cambiato in una notte di fine anno. «Durante una festa dove accadeva di tutto, ma proprio di tutto, mi sono fermato e ho detto un’Ave Maria. Di colpo mi sono sconvolto, ho avuto una folgorazione, e in quel momento ho capito che dovevo dire basta a quel tipo di vita» e conclude: «La cocaina uccide. Non si può distingue tra hashish, eroina o cocaina, chi lo pensa non è cosciente. Sono tutte cose che uccidono. Non voglio fare della mia esperienza un esempio ma voglio solo raccontare quello che ho vissuto».