Porno online, un blocco automatico per proteggere i bambini: la proposta di Pillon (Lega)

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2020 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
Porno online, un blocco automatico per proteggere i bambini: la proposta di Pillon (Lega)

Porno online, un blocco automatico per proteggere i bambini: la proposta di Pillon (Lega) (Foto Ansa)

ROMA  –  Un blocco automatico al porno su internet, che solo una persona maggiorenne può togliere. 

Lo prevede un emendamento della Lega sui sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio al testo di conversione della legge sulla Giustizia. 

Il testo dell’articolo contro il porno online

“I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto”,

recita l’articolo, citato da Repubblica. 

“Questi servizi devono essere gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto. Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano altresì adeguate forme di pubblicità di tali servizi in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate”.

Al momento il testo è consegnato alla commissione competente alla Camera prima del passaggio in Aula. E potrebbe non esserci tempo per una modifica alla Camera, perché va chiuso tutto entro il 29 giugno. 

Per il senatore della Lega Simone Pillon, promotore della modifica, sarà un filtro a tutto campo. “E’ stata accolta (una volta ogni tanto la maggioranza ci ascolta) la mia proposta, che rappresenta la cosa che mi sta più a cuore: l’introduzione dell’obbligo per i fornitori di telefonini, tablet, laptop, tv e altri device di preinstallare gratuitamente sugli apparati un filtro per bloccare contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori”, ha commentato. 

Critico Stefano Quintarelli, esperto di questioni legate al web, che parla di danno alla libertà di espressione e di accesso alle informazioni. 

“La norma è inapplicabile, chi stabilisce cosa sia un contenuto inappropriato? E come filtrare quelli criptati, tenendo conto che sul web ora tutto è cifrato? Inoltre credo sia incompatibile anche con normativa sulla neutralità della rete”, il suo commento a Repubblica. (Fonte: Repubblica)