Posizione del missionario. Perché si chiama così? Die Zeit risponde

di Francesco Montorsi
Pubblicato il 4 Settembre 2013 - 07:41| Aggiornato il 21 Dicembre 2018 OLTRE 6 MESI FA
Posizione del missionario. Perché si chiama così? Die Zeit risponde

Posizione del missionario. Perché si chiama così? Die Zeit risponde

BERLINO – Perché la posizione del missionario si chiama così? E, a parte gli esseri umani, ci sono altri animali che fanno «all’amore» guardandosi negli occhi?

Die Zeit, storico settimanale tedesco, risponde ogni settimana alla domanda di un lettore. Negli ultimi anni, l’autore della cronaca Christoph Drösser si è soffermato a più riprese sulla posizione del missionario. Tutto quello che avreste voluto sapere sulla posizione del missionario e non avete mai osato chiederlo. In due punti.

Punto primo, l’origine. Secondo una storia spesso ripetuta, la posizione del missionario deriva dagli insegnamenti sessuali di poco fantasiosi cristiani in missione nel Sud-est del Pacifico. La leggenda sembrerebbe credibile, conoscendo la propensione dei preti ad occuparsi di cose che non conoscono e la secolare avversione della Chiesa per il sesso more ferarum o bestiarum (doggy style dicono gli inglesi). Ma, in realtà, di leggenda si tratta.

Robert Priest della Divinity School dell’americana Trinity University (tutti i nomi sono veridici) ha mostrato che l’espressione “posizione del missionario” utilizzata per designare, dicendolo con la Treccani, la “copulazione ventro-ventrale”, sia nata da un errore. All’origine di questo c’è Alfred Kinsley, autore del controverso e pioneristico studio (correva l’anno 1948!) Il comportamento sessuale dell’uomo.

Priest ha mostrato che la prima menzione della “posizione del missionario” si trova in un libro di Kinsley. Nel suo studio, l’americano citava Malinowski, un antropologo autore di ricerche sulla sessualità degli abitanti delle Tobriand in Malesia (La vita sessuale dei selvaggi (sic) della Malesia del Nord-Ovest). Secondo Kinsley, Malinowsky avrebbe visto degli indigeni che ridevano di una caricatura della posizione sessuale in questione e che la chiamavano scherzosamente posizione del missionario. In realtà, come ha scoperto Priest, nel libro di Malinowski, questa storia non si trova da nessuna parte. Kinsley ha semplicemente fuso nel suo ricordo due diversi passaggi . In un primo momento Malinowski ricorda i lazzi degli indigeni riguardo alla monotonia sessuale dell’uomo bianco e, poche righe dopo, racconta di una nuova “moda” delle giovani coppie innamorate indigene: queste, andando contro le antiche tradizioni, avevano preso in quegli anni a mostrarsi in pubblico mano nella mano. Quell’audace comportamento veniva chiamato dagli indigeni «misinari si bubunela», la moda del missionario.

I missionari dunque non solo non hanno “educato” gli indigeni col loro perbenismo sessuale vittoriano, ma, addirittura, li hanno emancipati…

Punto secondo, l’estensione. Esistono altre specie animali che praticano, per ridirlo con la Treccani, il sesso ventro-ventrale? Molto poche. La rarità di questa posizione nell’accoppiamento è dovuta a ragioni anatomiche (provate un po’ a immaginarvi due elefanti). Le scimmie, gli animali più vicini all’uomo, possono in alcune circostanze praticare la posiziona sessuale dell’(ormai ex) missionario. Una coppia di gorilla è stata fotografata, ci assicura il giornalista tedesco, in flagranza di reato nel 2008 ed i famosi bonobo, instancabili adepti del sesso libero, possono strofinarsi pancia contro pancia. La posizione del missionario è praticata, ci assicura l’esperto, anche nelle acque, da animali quali il delfino, il leone marino ed il castoro.

Ma la lista finisce qui. Perfino il porcospino lo fa «a tergo». Stando bene attento alle spine però.