Ruby, la difesa di Berlusconi: “Feste scollacciate, ma non ci fu sesso”

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Luglio 2014 - 19:20 OLTRE 6 MESI FA
Ruby, la difesa di Berlusconi: "Feste scollacciate, ma non ci fu sesso"

Ruby, la difesa di Berlusconi: “Feste scollacciate, ma non ci fu sesso”

MILANO – Le feste di Arcore avevano un “finale scollacciato”, ma non significa che finivano con del sesso. Tantomeno con del sesso tra Ruby e Berlusconi. E’ la strategia difensiva tracciata dall’avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Berlusconi, nell’arringa durante il processo d’appello Ruby.  “Si può ammettere che le serate ad Arcore avevano un finale scollacciato però questo non implica che Ruby debba essere finita a letto con Silvio Berlusconi”, ha detto Coppi in uno dei passaggi dell’arringa. Coppi, che ha concluso chiedendo l’assoluzione dell’ex premier “perché il fatto non sussiste”, nell’affermare ciò ha spiegato che molte delle testimoni che sono state ritenuti attendibili dai giudici di primo grado, hanno raccontato che pur senza “aver fatto nulla” hanno ricevuto un “regalo”.

E questo per il legale porta ad escludere che, al contrario della sentenza del Tribunale di cui ha chiesto l'”annullamento”, tutte le serate a Villa San Martino “si dovevano concludere a letto con il padrone di casa se il padrone di casa chiamava”. Inoltre “non si può affermare se costei (Ruby, ndr) era prostituta, allora si era prostituita anche con Berlusconi”. A sostegno di ciò, il legale ha anche ricordato come la marocchina, i cui racconti sono da “collocare oltre il confine della credibilità”, su un punto non ha mai cambiato versione: “in tutte le dichiarazioni raccolte ha negato di aver avuto rapporti sessuali” con l’allora presidente del Consiglio.

“Questo – ha aggiunto Coppi – per la difesa è un dato insuperabile e se non si ha la prova certa, la condanna per prostituzione minorile di una ragazza che nega di essere andata a letto con il suo ‘corruttore’, rimane singolare”. Singolare in quanto, “negano entrambi e nessuno li ha visti o sorpresi nell’intimità. I presunti attori negano e manca la prova di altre fonti che ci consente di superare la loro negazione”.

Quanto all’accusa di concussione, Coppi sostiene che Berlusconi era davvero convinto che la ragazza fosse la nipote di Mubarak. Quando telefonò al capo di gabinetto della Questura di Milano per far sì che Ruby fosse affidata a Nicole Minetti, “Silvio Berlusconi credeva nella nazionalità egiziana della ragazza”. Per sostenere la sua tesi, il legale ha ricordato quel che accadde al pranzo istituzionale offerto a Roma il 19 maggio 2010 dall’allora capo del governo a Mubarak. “Solo un pazzo sarebbe andato a raccontare a Mubarak di aver conosciuto una ragazza egiziana di una famiglia importante” e con cui avrebbe avuto un rapporto di parentela, se non avesse creduto alla circostanza. Inoltre per il legale “manca la prova che Berlusconi fosse a conoscenza della minore età” della ragazza quanto meno prima del 27 maggio 2010 quando venne trattenuta in Questura per via di un furto e, dopo la telefonata dell’allora Presidente del Consiglio, rilasciata e essere affidata a Nicole Minetti. “Cosa che avvenne nel rispetto rigoroso delle procedure – ha aggiunto incrociando le dichiarazioni rese dai vari funzionari di polizia che si occuparono del caso – e degli ordini del pm” minorile. Che l’ex capo del Governo non sospettasse che la giovane fosse minorenne, per il difensore è confermato da parecchie testimonianze. “In molti hanno affermato che Ruby dimostrava più anni di quelli che realmente aveva. Inoltre la ragazza aveva assicurato in più occasioni di avere 24 anni”.