La gravissima siccità in Somalia e nel Corno d’Africa: la strage dimenticata

Pubblicato il 14 Luglio 2011 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

MOGADISCIO (SOMALIA)  –  Il numero di bambini colpiti da malnutrizione, accolti e curati presso i centri di nutrizione di Save the Children nel Puntland, nel Nord della Somalia, è quasi duplicato nel corso degli ultimi sei mesi, passando dai 1800 di gennaio agli attuali 3500.

E’ quanto rende noto Save the Children, spiegando che il dato trova conferma anche nelle altre strutture della ong per la cura della malnutrizione nel resto della Somalia, a dimostrazione che la crisi alimentare diventa di giorno in giorno più grave nel Corno d’Africa. I campi sfollati di Bosaso nel Puntland continuano ad accogliere sfollati. La situazione altrove nel paese infatti è  così drammatica che le famiglie sono disposte ad affrontare difficili e rischiosi viaggi da Mogadiscio e dal sud e centro della Somalia, per raggiungere Bosaso. ”Le famiglie – ha detto Sonia Zambakides, responsabile per Save the Children dell’Emergenza in Somalia – arrivano da altre zone del paese in uno stato di estrema necessità e bisogno. Hanno perso tutto il loro raccolto e le scorte di viveri e non hanno più soldi. Combattono per sopravvivere con un pasto al giorno o senza mangiare nulla”.

Anche il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) parla di un “picco tra i più alti nel mondo” nei livelli di malnutrizione tra i bambini di meno di cinque anni nella Somalia centrale e meridionale. In alcune parti della Somalia, il numero di bambini colpiti da malnutrizione acuta grave è quasi raddoppiato dal mese di marzo, ha aggiunto l’organizzazione, una delle poche ad operare nel sud della Somalia. ”Un drammatico aumento dei casi di malnutrizione è osservato anche nella regioni di Bay e di Lower Shabelle, spesso descritte come i granai del paese e dove quasi l’11 per cento dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione acuta grave”, ha detto Andrea Heath, coordinatrice dei settori economico -sicurezza del Cicr per la Somalia.

La valutazione del Cicr include i dati di 39 ambulatori, 18 centri di alimentazione terapeutica, gestiti dalla Mezzaluna Rossa somala con il sostegno del Cicr. Per Heath i dati sono estremamente preoccupanti e mostrano ”come la popolazione non è più in grado di far fronte a condizioni climatiche difficili, come l’attuale siccità, mentre già lotta per sopravvivere ai conflitti armati e ad altre violenze”. Il Cicr e la Mezzaluna Rossa somala -afferma una nota pubblicata a Ginevra – rafforzeranno l’assistenza nei centri e strutture sanitarie già esistenti. Inoltre, dieci nuovi centri nutrizionali verranno aperti nelle regini meridionali di Bakool, Gedo e nel corridoio di Afgoye.

Ulteriori squadre mobili costituite da infermiere e specialisti nutrizionali visiteranno le persone nelle aree più colpite. E’ previsto il lancio di un nuovo programma di alimentazione speciale in aggiunta all’alimentazione terapeutica per i bambini malnutriti sotto i cinque anni ed altri gruppi vulnerabili, come le donne incinte e in allattamento.

I profughi vittime della fortissima siccità non scappano solo nei campi allestiti all’interno della Somalia. Sono in molti a finire nel campo di Dagahaley a Dadaab in Kenya. Queste immagini realizzate dalla AP si riferiscono proprio a quel campo: