Stuprava le figlie con il compagno, giudice la chiama “puttana” e le dà 30 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2014 - 15:52 OLTRE 6 MESI FA

MACON (GEORGIA, STATI UNITI) – Due bambine di 6 e 8 anni sono state stuprate per mesi da Amanda Arellano, 29 anni, e il compagno Daniel Kelly Copeland di 30. Durante il processo che ha condannato a 30 anni di carcere la coppia, il giudice non ha risparmiato insulti e ha dato della “puttana” alla signora Arellano.

Le violenze sono avvenute a Macon in Georgia, tra il settembre 2011 e il 18 gennaio 2012. La coppia aveva infatti deciso di fare entrare nei loro giochi erotici anche le piccole che, oltre a essere costrette a compiere atti sessuali, venivano fotografate. “Vi mostriamo cosa fanno i grandi” diceva la donna alle bambine, che venivano costrette ad assistere ai rapporti sessuali consumati dai due.

L’aula dove si svolgeva il processo è rimasta tramortita durante i racconti delle piccole. In molti sono scoppiati a piangere. La madre bloccava le bambine per permettere all’uomo di violentarle.

Il giudice Howards Simms, scosso anch’esso per i racconti ascoltati in aula, ad un certo punto rivolgendosi alla donna ha detto: “In questa veste non ho mai insultato nessuno ma lei è la più vile puttana che io abbia mai incontrato”.

Il processo di Amanda era stato fissato per la prossima settimana, ma lei ha deciso di dichiararsi colpevole risparmiando alle due figlie il tormento di dover testimoniare. La donna è stata condannata a 30 anni di prigione per stupro e molestie sui minori ed è stata inserita nel registro dei “sex offender”.

I due erano stati arrestati nel 2012: Daniel aveva raccontato al padre cosa succedeva in quella casa e l’uomo aveva immediatamente chiamato la polizia. Dopo aver confessato nel 2013, il pedofilo è stato condannato a 25 anni di carcere.

La madre, durante il processo ha provato a difendersi con il giudice: “Mi dispiace, punirò me stessa più di quanto lo possa fare lei, signore”. “Per lei c’è sicuramente un posto speciale all’inferno” ha risposto causticamente il magistrato.