Venezia, Monica Bellucci bellissima anche tra i fischi

Pubblicato il 2 Settembre 2011 - 18:15 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA, 2 SET – I fischi? ”Li prendeva anche Godard che considero il mio maestro e li ho sempre presi dall’inizio della mia carriera, già da quando avevo 18 anni”, dice Philippe Garrel commentando risatine e buu con cui la stampa ha accolto ieri sera, nella prima proiezione riservata, il suo film “Un eté brulant”, in concorso oggi alla Mostra del cinema di Venezia e in uscita in Italia in autunno distribuito da Wave.

Preannunciato come scandaloso, per un nudo integrale della morbida Monica Bellucci, per la differenza d’età tra i due protagonisti, il geloso marito di lei interpretato da Louis Garrel, di 19 anni più giovane, e per le scene dei tradimenti dell’inquieta moglie che finirà per lasciarlo, gettandolo in una disperazione totale che lo porterà al suicidio.

Il risultato è niente di scandaloso, piuttosto una gran noia. Ammette Monica Bellucci, i capelli neri lisci ormai lunghissimi, tailleur scuro e maglietta bianca, stasera sul red carpet della Sala Grande alle 22, due ore prima del marito Vincent Cassel tra gli attori di “A dangerous method” di David Cronenberg, anch’esso in concorso: ”Quella scena di nudo integrale è stata una generosità verso il film. Avevo partorito da un mese e mezzo ed ero in un momento fragile come donna, ma quando accetti un film ti affidi al regista e io ero felice di essere stata scelta da Garrel di cui rispetto l’universo artistico, che può essere radicale, si può amare oppure no, ma resta unico. Mi sono affidata a lui, il nudo è abbandonarsi e per quella scena mi sono sentita protetta, rispettata, Philippe ama i suoi attori, li cura e li tutela”.

Il nudo, lei distesa sul letto, evoca vagamente Courbet e la sua scandalosa Origine del mondo e infatti il regista doppio Leone d’argento (“Les amants reguliers” e “J’entends plus la guitare”), classe 1948, cita il pittore realista francese per difendere la scena secondo alcuni gratuita: ”Il nudo offende da sempre, ma e’ tutto collegato all’arte” e spiega che “Un eté brulant” è un rifacimento del “Disprezzo” di Godard che considero un maestro come Bergman e Antonioni. Nella storia di questa donna infelice e del suo marito pittore possessivo per il quale ha voluto il figlio Louis, tra i giovani talenti del cinema francese, Garrel sostiene di ”rappresentare l’animo femminile che noi uomini non possiamo capire completamente e se questo divide la platea va bene: il non conformismo fa nascere il film, e’ quello il mio approccio al cinema e l’arte per me che sono ateo e’ l’unica religione”.

Monica Bellucci racconta “Un eté brulant” come ”un’esperienza unica. Philippe fa un solo ciak e io sono stata felice di questo lavoro e di essere testimone del grande amore tra lui e il figlio Louis”. Nel film, dialoghi ridotti all’osso, silenzi e sottintesi a sottolineare la precarietà dei sentimenti, ci sono anche Celine Sallette e Jerome Robart.