Morta Whitney Houston: aveva 48 anni. 20 di successo, poi la depressione
L’annuncio è arrivato a sorpresa dalla sua pierre Kristen Forster che però non ha specificato le cause della morte. Però sono leggendarie come i suoi successi, da “How Willi I Know” a “I Will Always Love You”, le battaglie con l’alcol e gli stupefacenti. Come nella leggenda dello showbusiness è già entrato il suo matrimonio con Bobby Brown, anche quello tempestoso come la sua carriera.
All’apice del successo negli anni 80 e 90, Withney aveva la musica nel suo Dna, cugina di un’altra grande, Dionne Warwick, figlioccia di un mito chiamato Aretha Franklin. Poteva avere tutto e tutto aveva avuto. Poi il declino, la depressione, le droghe appunto e il ritorno alla fine degli anni 2009, quel “I Look To You” che la riporta ai primi posti delle classifiche. Sembra rinata davvero e confessa in tv da Oprah Winfrey che sì, aveva fatto uso di droghe, ma adesso era pulita, era tutto finito. Poi nella primavera scorsa un’altra ricaduta, l’ennesimo centro di riabilitazione, i soliti paparazzi che in vent’anni l’hanno inseguita prima bellissima e poi con quel faccione irriconoscibile.
“Withney, riposa in pace, non ci sarà mai più un’altra come te”: così, sulla sua pagina Facebook, Lenny Kravitz ha aperto i necrologi vip. E’ stata la diva che ha segnato il nuovo soul: l’anello indissolubile tra la generazione delle Aretha e Diana Ross a quella di Beyonce e dintorni. Le ultime cronache di qualche giorno fa. Doveva ereditare il trono di Paul Abdul a “X Factor”: da regina della musica a regina del reality show della canzone. Strappata, nella morte, dall’ultima umiliazione.
(Foto Ap/LaPresse)