Wikileaks, la “Dolce Vita” dei principi sauditi tra sesso e droga

Pubblicato il 8 Dicembre 2010 - 18:03| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Da Wikileaks, una rara e certo imbarazzante visione della ‘dolce vita’ saudita, o meglio, dei principi sauditi: ”Dietro la facciata del conservatorismo wahabita nelle strade, la vita notturna della elite giovanile è fiorente e palpitante”. Ovvero: sesso, droga e rock&roll. Ad affermarlo, in un cablo del novembre 2009, è il console americano a Gedda Martin Quinn, riferendo di un party in occasione dell’americanissima celebrazione della notte di Halloween nella dimora di un giovane principe a Gedda, a cui erano presenti anche dei funzionari del suo consolato.

Il ‘quadretto’ è ben dettagliato. Si parla di molto alcol, che, ”severamente proibito dalla legge e dai costumi sauditi, è presente in abbondanza, in un bar fornito di liquori di marca”. Di ”molte prostitute” presenti tra i circa 150 invitati, diversi dei quali, ”mascherati, ballano in coppia e sui tavoli” al ritmo di musica dance. E anche di ”cocaina e hashish comuni in questo tipo di eventi”, anche se nel caso in questione, precisa Martin, mancano ”testimonianze dirette”. Una precisazione che però lascia intuire abitudini del genere nella vita sociale di molti dei circa 10 mila principi della famiglia reale, che godono di grandi privilegi, cominciando da una notevole indulgenza da parte degli agenti della severissima Commissione per la promozione della virtù e della prevenzione del vizio.

Queste feste, aggiunge infatti il console Martin, sono ”possibili perché la polizia si tiene a distanza solo quando i party includono la presenza o il patrocinio dei reali sauditi e dei loro sudditi più fedeli”. Questo tipo di vita sembra interessare però anche i giovani sauditi ‘comuni’, visto quanto afferma in un dispaccio di pochi mesi dopo sempre il consolato Usa a Gedda, riferendo del successo di serial tv come ‘Casalinghe disperate’ e ‘Friends’, o di talk-show come il ‘Late Show’ di David Letterman.

In Arabia Saudita, questi programmi vengono trasmessi senza censura e con sottotitoli in arabo dal canale Mbc 4, che è di proprietà saudita ma trasmette da Dubai. Nel documento si riferisce di informazioni secondo cui questo genere di intrattenimento Tv funziona meglio dei programmi ufficiali anti-estremismo dell’emittente sponsorizzata dagli Usa al-Hurra, che dal 2003 è costata finora quasi 500 milioni di dollari. Il fascino di star come Eva Longoria, Jennifer Aniston e David Schwimmer suscita molto di più l’interesse dei ragazzi sauditi per tutto ciò che è occidentale, perché ”i sauditi sono molto interessati al mondo esterno e tutti vorrebbero studiare negli Usa, potendo. Sono affascinati dalla cultura statunitense come mai prima”. Quantomeno, stando ai commenti di due dirigenti di media sauditi in un colloquio con un diplomatico americano, riferito nel ‘cable’ ora accessibile a tutti.