Alle porte di Kiev, Ucraina accerchiata e sola. Zelensky: “Non vedo nessuno con noi”. Le sanzioni, la presa di Chernobyl

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2022 - 01:26 OLTRE 6 MESI FA
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Ucraina accerchiata, russi alle porte di Kiev (Ansa)

Alle porte di Kiev, Ucraina accerchiata. Colonne militari russe segnalate anche nei sobborghi della capitale Kiev. L’aviazione di Putin ha ormai il totale controllo dei cieli dopo l’annientamento dei sistemi di difesa antiarea della capitale.

Zelensky: “L’Ucraina è stata lasciata sola”

“Forze nemiche di sabotaggio sono entrate a Kiev, ma io resto qui’, le parole nella prima notte di assedio del presidente ucraino (lo riporta il Kyiv Independent).

L’Ucraina “è stata lasciata sola” a combattere la Russia, dice Zelensky. Si sente abbandonato. “Chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all’Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura”, ha detto in un video pubblicato sul sito della presidenza ucraina.

Alle porte di Kiev, Ucraina accerchiata

L’ora più buia dell’Ucraina era iniziata con poche frasi preparate da giorni, che cancellano settimane di promesse del Cremlino e appelli del mondo intero: le forze della Russia, aveva annunciato all’alba il suo leader, varcano le frontiere per compiere “un’operazione militare speciale” e “smilitarizzare” il Paese.

In meno di una giornata le prime unità dei quasi duecentomila soldati russi che assediavano i confini entrano da tutti i fronti – le zone controllate dai separatisti del Donbass a est, la Crimea occupata a sud, la Bielorussia a nord. 

“Kiev potrebbe cadere in poche ore”

E in poche ore i parà sono già alle porte di Kiev, prendono il controllo dell’aeroporto militare di Hostomel. Kiev è a quaranta chilometri. 

“Potrebbe cadere in poche ore”, avverte l’intelligence americana”. In città le sirene d’allarme suonano a più riprese, le metropolitana funge ormai da bunker antiaereo.

 Con la notte cala il coprifuoco, gli appelli a cercare rifugi sicuri assumono toni sempre più allarmati. La grande fuga dei residenti era già iniziata all’alba, ingorghi chilometrici, lunghe file di auto, vanno a ovest.

La centrale di Chernobyl in mani russe

In mani russe finisce subito anche l’area della centrale di Chernobyl, è vicina al confine bielorusso uno dei varchi d’accesso dell’occupante.

Immediata e pressoché unanime giunge la condanna del mondo, con l’eccezione pesante della Cina, insieme a una nuova raffica di “durissime sanzioni”. La guerra guerreggiata, incubo novecentesco rimosso per grandissima parte dell’occidente europeo, torna a occupare cuori e menti.

Fronte orientale Nato in massima allerta

Il fronte orientale della Nato, che verrà ulteriormente rafforzato, entra in stato di massima allerta, chiedendo “consultazioni urgenti ai sensi dell’articolo 4”.

“Una nuova cortina di ferro è calata con il mondo civilizzato”, è l’accorato messaggio/appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si impegna e invita a resistere. Lo Stato è ufficialmente in regime di “mobilitazione generale”, chiunque sappia imbracciare un’arma è precettato. Gli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese.

L’Ucraina sembra però sull’orlo della capitolazione. Londra si dice già pronta a ospitare il suo governo in esilio. Porti e aeroporti sono chiusi. La sintesi del Segretario di Stato americano Blinken: “La Russia pianifica l’accerchiamento dell’Ucraina” e puntando dritto al cuore “minaccia Kiev”.

“Tutti gli Stati frontalieri hanno dei piani per accogliere immediatamente i rifugiati dell’Ucraina”, guarda avanti con apprensione la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Biden annuncia “sanzioni devastanti”

Joe Biden ha radunato l’Occidente al summit del G7 e annuncia la decisione comune di punire “l’ingiustificato attacco all’Ucraina” da parte di Mosca con un “devastante pacchetto di sanzioni ed altre misure economiche”.

Per oltre mezzora in diretta tv Biden ha illustrato alla nazione la dura risposta americana: sanzioni ad altre quattro banche statali russe (per un valore di mille miliardi di dollari), tra cui il colosso Vtb, e dimezzamento dell’export di materiale tecnologico alla Russia.

“Putin un paria sulla scena internazionale”

Il presidente americano non sfodera però le armi più temute, pur lasciandole ancora “sul tavolo”. Le sanzioni personali contro lo ‘zar’ e l’esclusione di Mosca dal circuito Swift delle transazioni internazionali, su cui non tutti gli alleati europei sembrano d’accordo.

“Putin è l’aggressore”, scandisce Biden, “Putin ha scelto questa guerra premeditata da mesi” con “ambizioni che vanno oltre l’Ucraina per ristabilire l’Unione Sovietica”.

“Ora lui e il suo paese ne pagheranno le conseguenze”, ha accusato il commander in chief, convinto che il leader russo “diventerà un paria sulla scena internazionale”.