“Alternativa per la Germania”: il partito del “basta euro”

Pubblicato il 15 Aprile 2013 - 12:13| Aggiornato il 15 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Alternativa per la Germania”: il partito del “basta euro”. E’ l’ultimo nato tra i movimenti euroscettici, forse il più importante perché potrebbe far perdere voti decisivi alla Cdu di Angela Merkel alle prossime elezioni in Germania. “Basta con l’euro se vogliamo salvare l’Europa! Se fallisce l’euro non fallisce l’Europa bensì solo il governo di Angela Merkel”: è uno degli slogan più incisivi della nuova formazione della quale il corrispondente di Repubblica da Berlino Andrea Tarquini ha seguito il battesimo.

“Un tedesco su quattro nei sondaggi  è disposto a votarli” ricorda Tarquini. Si dichiarano, e questo era abbastanza prevedibile, né di destra né di sinistra. Il suo leader portavoce Bernd Lucke definisce la linea: ritorno alle valute nazionali, in subordine creare aree comuni più circoscritte, (in pratica un euro di serie A al nord e uno di serie B al sud). Assicura che il nuovo partito stringerà alleanze solo con chi è contrario all’euro. Né destra né sinistra, ma intanto fuori dall’Hotel Intercontinental (dove è nata Alternativa) si è visto qualche gruppetto di simpatizzanti che inneggia al ritorno del marco ma veste di bruno e ha i capelli pericolosamente rasati.

Per Spiegel, la novità rappresentata dal nuovo partito è nella sua classe dirigente, nel profilo dei personaggi più in vista: sono tutti economisti o professori di estrazione conservative e liberal. A partire dall’ex presidente della Confindustria tedesca Hans-Olaf Henkel. Ci sono poi economisti come Joachim Starbatty e Wilhelm Hankel, noti anche per aver portato la questione degli aiuti europei alle nazioni in difficoltà per la crisi finanziaria davanti all’Alta Corte Tedesca che infine respinse il ricorso. Lucke, invece, è un esperto di macroeconomia che ha militato per trent’anni nel partito di Angela Merkel prima di ribellarsi al dominio delle tecnoburocrazie a Bruxelles e lo svuotamento delle prerogative democratiche ai danni dei popoli europei.