Austria apre i suoi consolati esteri ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina

Pubblicato il 19 Aprile 2018 - 01:10 OLTRE 6 MESI FA
austria apre consolati

Nella foto Ansa un cittadino sudtirolese che ringrazia l’Austria

BOLZANO – I sudtirolesi sono un tema caro al governo austriaco. Dopo le polemiche sul doppio passaporto, previsto nell’accordo di coalizione tra Oevp (i popolari del cancelliere Sebastian Kurz) e l’ultradestra della Fpoe, ora Vienna ha deciso di aprire i suoi consolati ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina. In caso di serie difficoltà all’estero, potranno rivolgersi ad un consolato austriaco, anche se nel paese in cui si trovano esiste una rappresentanza italiana.

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A prevederlo è un disegno di legge che il governo Kurz ha trasmesso al Parlamento per adeguarsi alle normative europee. Le direttive di Bruxelles stabiliscono che i cittadini Ue possano rivolgersi ad un consolato di un altro Stato membro se in quel paese il loro Stato non ha una rappresentanza diplomatica.

Appare un’ipotesi assai remota che un cittadino italiano non trovi un suo consolato, ma solo quello austriaco. Il disegno di legge austriaco va però oltre: anche in presenza di una rappresentanza diplomatica italiana, i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina – come anche le vittime del regime nazista – potranno scegliere a quale consolato rivolgersi, quello italiano oppure quello austriaco. Potranno chiedere assistenza in caso di arresto, di grave incidente, malattia oppure morte, come anche se sono rimaste vittime di reati.

Come già avvenuto nel dibattito sul doppio passaporto, il provvedimento non riguarda tutti gli altoatesini, ma fa esplicitamente riferimento al gruppo linguistico tedesco e ladino, perché – questa la spiegazione – cadono sotto la “funzione tutrice” dell’Austria. Resterebbero così esclusi gli altoatesini di lingua italiana. Il disegno di legge non chiarisce però in che modo va verificato il gruppo linguistico.

La dichiarazione di appartenenze linguistica, che in Alto Adige serve per accedere a posti nel pubblico impiego e ad alcune prestazioni del welfare, come l’edilizia sociale, cade infatti sotto la privacy e viene custodita in Tribunale a Bolzano. La normativa Ue va applicata entro il primo maggio: visto che Vienna ha appena avviato l’iter parlamentare, la legge austriaca entrerà in vigore solo retroattivamente. I Freiheitlichen altoatesini, il partito gemello della Fpoe del vice cancelliere Heinz Christian Strache, plaudono all’iniziativa, che “rafforza ulteriormente il legame e la funzione tutrice dell’Austria verso i sudtirolesi”. Il segretario del partito Andreas Leiter Reber ha sottolineato l’importanza per i sudtirolesi di potersi rivolgersi al consolato austriaco nella propria madrelingua, mentre si trovano in difficoltà all’estero. Anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha salutato con favore il provvedimento, con la stessa motivazione: “Per i sudtirolesi all’estero si tratta di un punto d’appoggio nella propria lingua madre”, ha commentato.

Le direttive di Bruxelles prevedono che cittadini Ue possano rivolgersi a un consolato di un altro Stato membro se in quel paese il loro Stato non ha una rappresentanza diplomatica. Il disegno di legge austriaco in materia consolare va però oltre: anche in presenza di una rappresentanza diplomatica del paese di origine – ecco l’eccezione prevista da Vienna – i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, come anche le vittime del regime nazista potranno appunto scegliere a quale consolato rivolgersi, quello italiano oppure quello austriaco. Potranno chiedere assistenza in caso di arresto, di grave incidente, malattia oppure morte, come anche le vittime di reati.