Belgio verso il voto: favorito l’indipendentista fiammingo De Wever

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA

Bart De Wever

L’indipendentista fiammingo che vuol fare “evaporare” il Paese e il socialista francofono dall’inseparabile papillon, figlio di emigranti abruzzesi: sono loro i “vincitori annunciati” delle elezioni politiche che si terranno domenica 13 giugno in Belgio. Secondo i sondaggi, lo tsunami chiamato Nva (Nuova Alleanza Fiamminga), guidato da Bart De Wever, sarebbe destinato nelle Fiandre a togliere lo scettro di primo partito ai cristiano-democratici (Cdv) che nella passata legislatura, prima del voto anticipato imposto dai litigi tra fiamminghi e francofoni, aveva espresso il premier Yves Leterme.

Nella regione a sud, la Vallonia, dove la popolazione parla francese e vota partiti francofoni, la maggioranza dei consensi andrebbe invece ai socialisti, guidati da Elio Di Rupo, da anni sulla breccia come leader indiscusso e con un consenso personale in netta crescita. Nonostante un debito pubblico che nel 2011 è destinato a superare il 100% del Pil e l’obbligo di un risparmio di 22 miliardi di euro da mettere in cantiere per raggiungere l’equilibrio di bilancio previsto dal patto di stabilità, in Belgio gli elettori, e soprattutto i candidati, non sembrano interessati più di tanto alla situazione economica.

La campagna elettorale è infatti ancora una volta dominata dai contrasti, mai sopiti, tra le due comunità e dalla voglia di separatismo che arriva delle Fiandre, questa volta cavalcata dalla Nva. La piccola formazione autonomista, che nel Parlamento europeo siede nel gruppo Verde-Alleanza libera europea insieme agli autonomisti catalani e baschi, anziché nel gruppo euroscettico scelto invece dalla Lega Nord, nelle elezioni di domenica prossima potrebbe arrivare al 26% dei consensi, rispetto al 4% ottenuto nel 2007. L’impennata avverrebbe a scapito soprattutto dei cristiano-democratici, ma farebbe scivolare anche il Vlaams Belang, una formazione xenofoba di destra che ha sempre spinto sull’acceleratore del separatismo.

Il grande exploit del moderato autonomista Bart De Wever sembra destinato tuttavia ad accrescere il rompicapo post-elettorale per dar vita ad un governo mettendo insieme i partiti fiamminghi e quelli francofoni. La Nuova Alleanza Fiamminga non ha alcun partito ‘omologo’ nella regione di lingua francese e questo condurrebbe inevitabilmente i socialisti a diventare il primo partito del Paese. In questo caso, Elio Di Rupo, secondo alcuni commentatori, potrebbe anche spuntarla e diventare primo ministro, dopo anni di incontrastata guida fiamminga al governo federale. Marianne Thyssen, capolista dei cristiano-democratici fiamminghi, dovrebbe invece dire addio al suo sogno di diventare la prima donna premier del Paese. Ma è molto più probabile che, come anticipato anche dai liberali – in crescita nelle Fiandre e secondo partito in Vallonia – il Belgio si trovi nuovamente di fronte a mesi di ingovernabilità.