L’Europa “vota” Monti, Berlusconi teme la “sconfitta bruciante”

Pubblicato il 13 Dicembre 2012 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (Foto Lapresse)

BRUXELLES – Gliel’ha chiesto Berlusconi, mercoledì a distanza e giovedì di persona. Gliel’ha chiesto anche Angela Merkel. Gliel’ha chiesto l’Europa, che di fatto “vota” Monti premier. Ma niente, per il momento Mario Monti resiste, ringrazia, sorride, ma non dice sì.

Per motivi opposti Berlusconi e Merkel lo vogliono candidato premier del centrodestra. Sono seduti allo stesso tavolo del partito popolare europeo, Berlusconi, presenza annunciata, e Monti, presenza a sorpresa. Il primo habitué delle riunioni del centrodestra europeo, il secondo è una novità, tanto che fonti europee hanno specificato che il premier si trovava al summit su invito del presidente del Ppe, Wilfred Martens.

Monti ha raccolto il sostengo degli altri leader europei, del Fondo monetario, della Merkel. Berlusconi ha ribadito: si candidi. Un atto di generosità? Non proprio, più una “mossa” studiata per prender tempo mentre è affaccendato a ricomporre il centrodestra italiano da Maroni a Casini (leggi qui). E siccome l’impresa è improba, mercoledì, ospite di Vespa, ha detto di fatto che verosimilmente non sarà lui il candidato a palazzo Chigi. E quindi ecco che lancia Monti, essendo piuttosto scontato un “no”.

Di più: dal retroscena di Massimo Franco sul Corriere della Sera, Berlusconi sembra preso da un cruccio. Risparmiarsi una sconfitta bruciante. Ecco uno stralcio di conversazione “off the records” strappato al Cavaliere: “Sto cercando una buona ragione per non candidarmi. Anche perché così potrei passare la mano senza essere stato battuto, senza correre il rischio di uscire di scena dopo una sconfitta bruciante. Guardi Nicholas Sarkozy com’è finito…”.

Monti sapeva che Berlusconi avrebbe ribadito la richiesta e a suo modo ha smascherato il predecessore: ”Sono venuto qui, su invito di Martens, per spiegare la situazione politica italiana: ho ricordato qual era la situazione quando ho iniziato, le cose fatte e le condizioni che hanno determinato la mia decisione” di lasciare. Ma soprattutto quando ha ricordato le parole di Alfano dopo le quali ”è mancata la fiducia”. Come a dire: è stato il tuo partito a farmi cadere e ora mi volete candidato premier?