Bielorussia. Lukashenko come Berlusconi: vince, è al potere del 1994 e la piazza si infiamma

Pubblicato il 20 Dicembre 2010 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

Alexander Lukashenko

Il premier bielorusso Alexander Lukashenko come il premier italiano Silvio Berlusconi. Il paragone è azzeccatissimo: il bielorusso ha vinto le ultime elezioni con un largo consenso di voti, è in carica ininterrottamente praticamente dal 1994 e le sue vittorie mobilitano la piazza degli oppositori con scontri, feriti e arresti tra i manifestanti. L’altro parallelo è la debole controparte politica che in oltre 16 anni non è riuscita a contrapporsi e puntualmente ogni volta viene sconfitta perchè si presenta alle elezioni divisa e senza un programma valido.

Migliaia di oppositori in piazza, scontri e centinaia di arresti hanno infatti accolto domenica sera in Bielorussia la vittoria a valanga per un quarto mandato da presidente di Lukashenko che ha portato a casa quasi l’80% delle preferenze in una tornata elettorale. Ancora una volta l’opposizione ha contestato il l’esito del voto, definendolo ”truccato” e chiede sia rifatta senza lo ”zar” in lizza. In nottata, com’era già accaduto dopo le ultime presidenziali del 2006, migliaia, forse oltre diecimila manifestanti, che fin dalla serata di domenica si erano radunati a Minsk, nella centrale piazza dell’Indipendenza, hanno cercato di dare l’assalto al palazzo dove hanno sede governo, parlamento e commissione elettorale, mandando in frantumi porte e finestre, prime di venire respinti da una carica della polizia antisommossa schierata a difesa dell’edificio.

Poi fonti giornalistiche hanno constatato centinaia di arresti fra i manifestanti, tra cui nove membri dell’opposizione. Diversi i feriti, fra i quali uno dei candidati dell’opposizione, il poeta Vladimir Nekliaev, finito all’ospedale con una commozione cerebrale. Per l’opposizion Lukashenko non avrebbe raggiunto il 50% necessario per essere eletto al primo turno. I dati sono “falsificati”, è il leit motive che si ripete stasera nella manifestazione di Minsk dove stanno sventolano bandiere nazionaliste “bianche e rosse” e quelle dell’Ue. Ma anche manifesti inneggianti alla “Libertà” e a “nuove elezioni senza Lukashenko”.

I nove candidati che lo hanno sfidato non hanno messo a segno, complessivamente, più del 17 per cento. Lo “stacco” tra Lukashenko ed il secondo, in termini di voti, è abissale: Grigory Kostusev che dopo lo “zar” è quello che ha totalizzato più preferenze ne ha prese infatti solo il 4,2%, seguito da Yaroslav Romanchuk (3.1%), Andrei Sannikov (2,6%) e il poeta Nekliaiev il 2,4%.

La Bielorussia sia avvia così verso altri 4 anni di Lukashenko, il ”padre-padrone” che ormai da 16 anni (era il 1994 quando fu eletto la prima volta) siede alla presidenza, guidando il paese con il pugno di ferro, controllando i media, azzittendo l’opposizione, usando i servizi segreti (a Minsk si chiamano ancora Kgb) in una nazione con un’economia congelata ai tempi dell’Urss e la pena di morte ancora in vigore. E che ha fatto in modo di cambiare anche la legge che prevedeva un massimo di due mandati consecutivi. Pena di morte a parte vi ricorda qualcuno?