Brexit, Boris Johnson: “Libero scambio, nessun allineamento alle regole Ue”

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2020 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA
Brexit, Boris Johnson: "Libero scambio, nessun allineamento alle regole Ue"

Brexit, Boris Johnson: “Libero scambio, nessun allineamento alle regole Ue” (Foto Ansa)

LONDRA  –  Il Regno Unito vuole un accordo con Bruxelles per il dopo Brexit fondato sul “libero scambio”, che “non richiede alcun allineamento alle regole e agli standard” Ue “sulla politica della competizione, i sussidi, la protezione sociale, l’ambiente o nulla di simile”: il premier britannico Boris Johnson ha risposto così da Londra al capo negoziatore dell’Unione europea Michel Barnier illustrando le linee guida della sua piattaforma negoziale con Bruxelles. Il premier Tory ha assicurato che su queste materie, a rischio di concorrenza sleale per i 27, Londra avrà standard elevati, ma senza accettare di regolarle “in un trattato”.

Il commercio globale, ha detto il premier citando Superman, ha bisogno “di un Paese pronto a togliersi gli occhiali da Clark Kent, saltare nella cabina telefonica ed emergere con il suo mantello, come il supereroe potenziato del diritto delle popolazioni della Terra a comprare e vendere liberamente tra loro.  Il Regno Unito è pronto per quel ruolo”, ha dichiarato il premier britannico.

“La scelta” dei negoziati sulle relazioni post Brexit fra Regno Unito e Ue “non è, sia chiaro, fra deal e no deal”, ha spiegato il leader britannico, parlando di “una relazione commerciale comparabile a quella del Canada” (libero scambio pressoché a zero dazi) e “più simile a quello Australia-Ue” (ossia un’intesa minima). “In ogni caso non ho dubbi che la Gran Bretagna prospererà” e potrà “scatenare tutto il suo potenziale”, ha chiarito. 

Johnson ha affermato che l’indice di povertà assoluta è calato nel globo in 30 anni da oltre il 30% “al 10%” della popolazione mondiale grazie alle politiche di libero commercio. Politiche che il suo governo rivendica e di cui il Regno Unito deve restare “un campione” per il bene “del mondo”, ha detto: criticando “i protezionisti” che stanno prendendo piede “a Bruxelles, in Cina o a Washington, agitando in giro dazi come randelli”.

C’è stata anche una piccola gaffe nel discorso di Johnson. “Smetteremo d’importare automobili italiane o vini tedeschi?”, si è chiesto retoricamente a un certo punto il premier Tory per esorcizzare il rischio di un mancato accordo, ma invertendo l’ordine d’importanza delle merci che il suo Paese acquista dall’Italia e dalla Germania. Domanda che pesa in qualche modo come una minaccia, ma a cui secondo il suo auspicio e la sua convinzione la risposta alla fine sarà un no.

Londra, ha spiegato Johnson, intende negoziare con Bruxelles sulle relazioni future post Brexit “in nome di tutto il Regno Unito”, rocca di Gibilterra inclusa. “La nostra sovranità su Gibilterra è indivisibile”, ha risposto a chi gli domandava un commento sull’intenzione dell’Ue di condizionare l’estensione di ogni accordo commerciale a Gibilterra ad un preliminare compromesso fra Londra e Madrid sulle rivendicazioni spagnole.

In tutto il suo discorso Johnson non ha mai pronunciato la parola Brexit. E quando qualcuno gli ha chiesto il motivo, ha risposto: “Perché è fatta, it’s over”. Incalzato sui rischi per l’economia nell’ipotesi che un trattato di libero scambio “comprensivo” con l’Ue possa alla fine non esserci – a causa dei paletti reciproci – ha replicato di “non credere alle profezie” di sventura, indicando l’economia del Regno come “robusta”, sana e in crescita. Quindi ha ribadito di ritenere che l’intesa con Bruxelles ci sarà poiché le sue linee sono già previste nel “fantastico accordo” sul divorzio, e nella dichiarazione allegata sulle relazioni future, già sottoscritti. Ha inoltre assicurato che, pur rifiutando di allinearsi agli standard Ue, Londra “non li minerà”. (Fonte: Ansa)