Brexit, la regina autorizza la sospensione del Parlamento chiesta da Boris Johnson

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 28 Agosto 2019 - 15:05| Aggiornato il 29 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA
Boris Johnson regina

Boris Johnson e la regina Elisabetta (Foto Ansa)

MILANO – Per evitare qualsiasi possibile intralcio o proroga alla Brexit prevista per il 31 ottobre il premier britannico Boris Johnson ha chiesto alla regina Elisabetta di sospendere il Parlamento fino al 14 ottobre, senza riaprirlo il 3 settembre come previsto dopo la pausa estiva. Elisabetta II ha autorizzato la sospensione.

In un comunicato ufficiale del Privy Council, l’organo dei consiglieri della Regina, si legge: “Viene ordinato oggi da Sua Maestà che il Parlamento venga sospeso in un giorno compreso fra non prima di lunedì 9 settembre fino a non oltre giovedì 12 settembre”.

La Camera dei Comuni riaprirà il 14 ottobre, dopo un discorso della Regina in cui, a detta di Johnson, verrà presentata “la nuova eccitante agenda del governo”. La sospensione delle attività parlamentari, in gergo prorogation, impedirà ai deputati di votare qualsiasi rinvio della Brexit, anche in caso di un no deal.

La notizia era stata anticipata in mattinata dal cronista politico della Bbc Nick Robinson, in seguito lo stesso premier aveva confermato l’indiscrezione: “I deputati avranno molto tempo per discutere della Brexit”, ha dichiarato il leader Tory. 

Si tratta di una mossa che esautora il Parlamento dei propri poteri e che non è piaciuta all’opposizione, ma non solo. Lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, l’ha definita un “oltraggio costituzionale”: “Comunque si voglia presentare la cosa è ovvio che il proposito di sospendere il parlamento adesso è quello di fermare il dibattito dei parlamentari sulla Brexit”. 

Stessi toni dal leader del Labour, Jeremy Corbyn, che ha definito la decisione un “oltraggio e una minaccia alla nostra democrazia”. Il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, ha twittato: “Sembra che Boris Johnson stia per chiudere il Parlamento ed imporre una Brexit senza accordo. A meno che i parlamentari si uniscano per fermarlo, la prossima settimana, oggi verrà ricordato come un giorno nero per la democrazia britannica”. 

Johnson, dal canto suo, giustifica la richiesta di sospensione negando che si tratti di una mossa per impedire un dibattito sulla Brexit e favorire il no deal: “Serve ad andare avanti con i piani per far progredire il Paese”, ha dichiarato in tv. “Stiamo presentando nuove leggi su crimine, ospedali, istruzione. Ci sarà tutto il tempo dopo il vertice Ue del 17 ottobre per dibattere la Brexit”. Johnson ha confermato che il discorso della Regina che presenta il programma del governo si terrà il 14 ottobre.

La petizione

Intanto sul web è stata subito lanciata una petizione contro la chiusura del Parlamento che in poche ore ha superato le 500mila firme. Il governo deve rispondere a tutte le petizioni che ottengono più di 10mila firme. La petizione sarà ora presa in considerazione per il dibattito in Parlamento.

Il testo della petizione recita: “Il Parlamento non deve essere sospeso o sciolto a meno che e fino a quando il periodo dell’articolo 50 non sia stato sufficientemente esteso o l’intenzione del Regno Unito di ritirarsi dall’Ue sia stata annullata”. L’articolo 50 fa riferimento al testo del Trattato di Lisbona nella parte in cui stabilisce le modalità con cui un Paese dell’Ue può lasciare volontariamente l’Unione.

Fonti: Ansa, Corriere della Sera