Catalogna. Pep Guardiola segnalato come “ribelle” dalla Spagna, rischia 30 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2017 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA
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Catalogna. Pep Guardiola segnalato come “ribelle” dalla Spagna, rischia 30 anni

ROMA – Catalogna. Pep Guardiola segnalato come “ribelle” dalla Spagna, rischia 30 anni. Per la Guardia Civil sono un atto di “ribellione”, un reato punibile secondo il codice penale spagnolo, con 30 anni di carcere, anche le manifestazioni indipendentiste oceaniche che si sono svolte negli ultimi anni l’11 settembre per la Diada, la gesta nazionale catalana. Lo afferma un rapporto inviato dalla polizia spagnola al giudice del Tribunale Supremo Pablo Llarena, che ha incriminato il governo del presidente Carles Puigdemont, dichiarato destituito da Madrid, e diversi altri dirigenti indipendentisti.

Il vicepresident Oriol Junqueras, l’ex ministro Joaquim Forn e i ‘due Jordi’, Sanchez e Cuixart, sono tuttora in carcere appunto per presunta ‘ribellione’ per avere portato avanti pacificamente il progetto politico dell’indipendenza. Sono considerati ‘prigionieri politici’ da molti catalani. Secondo la Guardia Civil, riferisce la stampa di Barcellona, le grandi manifestazioni della Diada per l’indipendenza sono “parte del reato di ribellione” e puntavano a diffondere “il germe dell’odio verso lo stato spagnolo”. Circa un milione di persone ha partecipato pacificamente ogni anno ai cortei della Diada.

A rischiare una dura condanna c’è anche Pep Guardiola, l’allenatore del Manchester City, indipendentista convinto e sostenitore aperto della causa catalana. Un “ribelle” secondo la Spagna.

Due mesi fa aveva manifestato il proprio disappunto per il modo in cui il potere centrale spagnolo impediva – a suo dire – al popolo di Barcellona di esprimere la propria volontà col voto. I fatti che hanno portato il suo nome a comparire in un atto della Guardia Civil, però, risalgono allo scorso 11 giugno: Guardiola, nel corso di una manifestazione, aveva letto un documento che difendeva la “via unilaterale” alla realizzazione del “Procés”, ovvero l’indipendenza. (Gazzetta.it)