Coronavirus infetta Ue: debito ossigeno. Soli non si può stare, ma con questi come fai a stare?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 26 Marzo 2020 - 10:52 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus infetta Unione europea: debito ossigeno. Soli non si può stare, ma con questi come fai a stare?

Coronavirus infetta Ue: debito ossigeno. Soli non si può stare, ma con questi come fai a stare? (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus infetta Ue, intesa come Unione Europea. Ue che già di suo in salute non era, Unione Europea che comincia ad assomigliare purtroppo un po’, un po’ troppo, a quegli anziani con molti malanni cui coronavirus dà il colpo di grazia.

Coronavirus infetta Ue e forse Unione Europea non ce la fa ad uscirne viva come Unione appunto. La questione è che coronavirus danneggia, sfonda, smonta l’economia. Redditi, risparmi, posti di lavoro, aziende, botteghe…tutto subisce e subirà un taglio dalle dimensioni gigantesche. L’economia del continente, la vita materiale di operai, commercianti, impiegati, imprenditori, pensionati, di tutti insomma entrerà in una sorta di respirazione assistita (e ci si perdoni l’immagine cruda che volutamente rimanda agli ospedali e alle terapie intensive).

Respirazione delle botteghe, delle aziende, delle fabbriche, dei salati, stipendi e pensioni per molti mesi. Respirazione assistita per mezzo dell’ossigeno debito. Questo ossigeno le Banche Centrali lo stanno fornendo, è ancora nelle bombole ma lo stanno fornendo. Ma l’ossigeno del debito (vedi Draghi) è necessario ma non sufficiente. L’ossigeno del debito deve essere accompagnato dalla garanzia, solidità e buona certezza che quel debito sarà non a fondo perduto. Altrimenti non tutti e non tutti allo stesso costo accederanno al debito. Per proseguire nella metafora, le bombole d’ossigeno avranno costi diversi a seconda dell’ospedale che le richiede se a richiederle non è una unica e forte centrale di spesa.

Più precisamente: il governo italiano ha già detto spenderà a deficit 25 più 25 miliardi (e non basteranno). Il nostro debito pubblici quindi si avvia verso il 140 per cento del Pil (Pil che calerà di molto) se non oltre. Fra debito oggi è libero, non ci sono più vincoli europei, svanito è il limite del tre per cento al deficit annuo (e infatti tutti andranno oltre). Far debito si può, la Ue ha dato il via libera, Bce fornisce ossigeno. Ma molto, molto diverso è far debito ogni Stato e nazione per conto suo oppure far debito come Unione Europea.

Il perché è maledettamente semplice: il debito doveroso e obbligato che tutti gli Stati e governi vanno a fare oggi per tenere in vita e rianimare l’economia dei rispettivi paesi un giorno (magari in decenni) andrà ripagato. Diciamo in cambiali a lunghissima scadenza per onorare le quali si userà il surplus del ritorno in vita dell’economia (questo imporrà ampia revisione delle allocuzioni di spesa pubblica, e totale ridisegno del welfare, ma questo è altro e prematuro discorso). Ma, come è ovvio, se fa debito uno già molto indebitato la “cambiale” per lui è più alta rispetto a quella di uno che oggi fa debito ma di debiti alle spalle ne ha pochi. Tradotto: l’Italia è libera di indebitarsi per rianimare l’economia (altrimenti è carestia) ma se si indebita da sola rischia grosso un domani di andare in fallimento. In default, in fallimento. E senza Trojka ad imporre il default, andarci di deriva.

E come l’Italia la Spagna. E forse anche il Portogallo e, chissà, perfino la Francia. Se ciascuno fa debito, se ciascuno compra l’ossigeno come singolo paziente, la Ue allora non è ospedale pubblico e comune, è una casa di cura dove ognuno paga stanza e medicine cure per conto suo. E allora, se è così, a che serve far finta sia ospedale comune? Il colossale debito/ossigeno perché la Ue abbia senso deve essere fatto a nome e con la garanzia e sulla cassa comune della Ue. Questo garantisce della sua ripagabilità e mette tutti i paesi della Ue al riparo dal defualt finanziario domani.

Titoli di debito comuni Ue, altrimenti addio Ue. E’ drammaticamente semplice. Da soli, quando domata l’epidemia il rischio sarà la carestia, non si può stare. In Italia molti nutrono e diffondono illusione si possa stampare denaro a debito come piovesse, all’infinito e per sempre. Non è così, da sola l’Italia non ce la può fare, gridarlo è solo retorica di cartone. 

Ma con questi come si fa a stare? Olanda, Finlandia, Austria e Germania dicono con toni più o meno bruschi e arroganti che di far debito con garanzia comune non se ne parla. Perché i loro elettorati non vogliono e non tollerano comprare in comune l’ossigeno del debito, in comune con gli italiani, francesi, spagnoli, gente di cui non si fidano. Ma ognun per sé ed euro per tutti non funziona. Se è ognun per sé, euro ed Ue non hanno senso.

E questo al netto di ciò che ad Olanda e compagnia dà robusti alibi. Se un governante olandese, austriaco, tedesco, finlandese avesse avuto modo di vedere l’intervento in Parlamento di Giorgia Meloni, esponente politico molto vicina la governo in un possibilissimo domani, se un arcigno e strafottente governante dei paesi del Nord Europa avesse sentito “Vogliano il terremoto in Italia per saccheggiare tra le nostre macerie”, quale miglior alibi per non fidarsi del domani degli italiani? 

E questo al netto del clamoroso due pesi e misure che anche noi italiani adottiamo: se altri bloccano alle frontiere forniture mediche dirette a noi è infamia, lurida infamia. Quando è la nostra Guardia di Finanza a bloccare forniture mediche dirette all’estero è atto eroico di legittimissima difesa.

Al netto di tutto (e ce n’è da nettare nel nostro nazionalismo che non riesce a meno di essere anche un po’ pezzente nella cultura, linguaggio, esponenti) con quelli che oggi dicono no alla sottoscrizione di debito in comune non si può stare. Con quelli che dicono: ossigeno debito libero ma per procurarselo ognuno per sé, non si può stare. Con quelli del si salvi chi può e chi non può…non si può stare. Con questi alla lunga e neanche tanto alla lunga non può stare neanche la Ue come unione e neanche l’euro come moneta comune.

Coronavirus ha infettato la Ue, l’Unione è sintomatica e positiva al virus. Ha la febbre, la tosse e l’affanno del respiro. Rischia il ricovero, rischia la terapia intensiva, non è detto ce la faccia. Se non ce la dovesse fare, aumentano le possibilità non ce la faccia alla fine neanche il paziente Italia. Per ora però la Ue respira, senza ventilazione assistita. Prognosi incerta.