David Cameron: “Taglio ai sussidi per immigrati europei: ne arrivano troppi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2014 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA
David Cameron: "Taglio ai sussidi per immigrati Ue: ne arrivano troppi"

David Cameron (LaPresse)

LONDRA (REGNO UNITO) – L’immigrazione ”porta benefici” al Regno Unito, ma ”deve essere controllata, giusta e centrata attorno ai nostri interessi nazionali”. Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron introducendo la sua attesa proposta per contenere il livello di immigrazione nel Paese.

I britannici, spiega Cameron, ”non vogliono una falsa scelta” sull’Ue ”tra status quo o uscita. Vogliono riforma e un referendum”. ”E sull’immigrazione: non vogliono immigrazione senza limiti e nemmeno che non via sia immigrazione. Vogliono un’immigrazione controllata. Ed è quello che voglio anche io”.

”La Gran Bretagna sostiene il principio di libera circolazione. Ne trae benefici. Accettarlo è cruciale nell’essere parte del mercato unico. Principio che non vogliamo distruggere o trasformare. Se verrò rieletto primo ministro a maggio negozierò per riformare l’Ue e il rapporto della Gran Bretagna con l’Unione. E se avrò successo farò campagna per rimanere nell’Ue. Ma se fallirò non escludo nulla”.

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La proposta di David Cameron per contenere l’immigrazione proveniente dall’Ue si basa sul principio di “contribuire prima di ricevere”, per questo, ha spiegato il premier, l’impegno è di modificare la prassi attuale in cui l’accesso a sussidi e al credito d’imposta è immediato, imponendo che i lavoratori siano stati impiegati nel Regno Unito per quattro anni prima di potervi accedere.

Altro focus è su coloro che giungono nel Paese in cerca di lavoro che, al contrario di quanto avviene attualmente, secondo la proposta di Cameron non avrebbero più accesso immediato al sussidio di disoccupazione e se risultano ancora senza occupazione dopo sei mesi dall’arrivo devono lasciare il Paese.

La promessa di Cameron punta inoltre a limitare gli abusi alla libera circolazione, creando un sistema più rigido e che riguardi tutta l’Ue, nell’auspicio del premier britannico, con maggiori poteri per espulsioni e limiti ai rientri.