DRESDA – La città di Dresda, in Germania, proclama lo “stato di emergenza nazismo”. La delibera choc, criticata come meramente simbolica e lessicalmente sbagliata dal partito di Angela Merkel (Cdu) che non l’ha votata, è stata varata in Consiglio comunale con 39 consiglieri a favore e 29 contrari.
Un atto che rievoca i fantasmi di un passato spaventoso nella città capoluogo della Sassonia, regione in cui l’ultradestra populista di Afd ha appena incassato un successo elettorale record e le violenze di matrice neonazista sono in crescita costante. La risoluzione motiva il Nazinotstand con il fatto che “azioni e atteggiamenti antidemocratici, anti-pluralisti, contrari all’umanità e di estrema destra che arrivano fino alla violenza vengono apertamente alla luce a Dresda, in maniera sempre più forte”.
Il riferimento, come esplicitato dal consigliere che ha proposto la delibera è anche al movimento anti-islamico Pegida, che riempì le piazze di Dresda soprattutto nel biennio 2014-15. La città della ex Ddr con la risoluzione si impegna perciò a rafforzare la quotidiana cultura democratica e a proteggere meglio “minoranze e vittime di violenza di destra”.
L’atto è stato approvato da Verdi, post-comunisti (Linke), Liberali (Fdp) e socialdemocratici (Spd), 29 contrari, compresi cristiano-democratici (Cdu) che hanno denunciato “una mera politica dei simboli” e anche “un errore linguistico” commesso utilizzando il suffisso “nazi”.
Nel solo 2018 l’associazione Raa Sachsen ha registrato a Dresda 60 violenze di estrema destra, in aumento rispetto alle 52 dell’anno prima. Ma, a suo dire, si tratta solo della proverbiale punta dell’iceberg. Anche se cerca di prendere le distanze dal neonazismo, l’Alternativa per la Germania (Afd) è spesso sotto i riflettori dei media per dichiarazioni e atti contigui all’estrema destra e all’antisemitismo attribuiti a suoi esponenti.
A 30 anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989, sembra dunque avere ancora effetto la rimozione del passato nazista operata dal regime comunista che considerava “fascista” solo l’Occidente capitalista: all’Est l’indignazione per l’estrema destra è molto meno diffusa che ad Ovest. Così, mentre nella parte occidentale del Paese l’Afd raccoglie poco più dell’11% dei voti, come avvenuto alle scorse europee, proprio in Sassonia alle regionali del settembre scorso Alternative fuer Deutschland ha triplicato i voti al 27,5%, stabilendo il proprio record assoluto per qualsiasi tipo di elezione.
Un exploit avvenuto in parallelo con l’affermazione in due altre regioni della ex Ddr: il primo settembre in Brandeburgo (raddoppio al 23,5%) e, appena domenica scorsa, in Turingia (anche lì voti duplicati, al 23,4%).
Fonte: Ansa