Elezioni in Europa. I primi dati del voto continentale vedono avanzare la destra. I risultati più o meno paziali di Olanda, Gran Bretagna e Irlanda.

Pubblicato il 7 Giugno 2009 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA

I primi risultati elettorali dall’Europa cominciano ad arrivare, da Gran Bretagna, Irlanda, Olanda. Con sfumature diverse, è sempre la destra che registra progresso, mentre i partiti di sinistra retrocedono. In tutto il continente si vota, o si è votato, per il parlamento europeo e per rinnovi più o meno parziali delle amministrazioni locali.

I dati sono tutti negativi per i partiti di sinistra, anche se per ragioni diverse. In Inghilterra, ad esempio, i laburisti pagano un lungo periodo al governo, l’adesione entusiastica alla guerra in Iraq, un primo ministro che non piace a nessuno come Gordon Brown, lo scandalo delle note spese di ministri e deputati laburisti e le conseguenze della crisi economica. E a sinistra temono che ulteriore dannoi sarà fatto dalla decisione di Brown di non dimettersi, per consentire al partito laburista una rinfrescata dell’ultima ora a fronte di una crescente richiesta di dimissioni proveniente dalla base.

In Olanda, dove si registra un balzo in avanti del partito per la libertà (pvv) di Geert Wilders, xenofobo di estrema destra, hanno pesato, oltre alla crisi, le paure per la tensione con gli immigrati, che pure fanno la ricchezza del paese.

In Irlanda va avanti invece un partito moderato di centro, simile alla democrazia cristiana, che erode la storica posizione del Fianna Fail, il partito repubblicano e laico di Eamon De Valera, che  l’Irlanda cattolica dal giogo inglese.