REYKJAVIK – L’Islanda vota e volta pagina: il nuovo presidente è Gudni Johannesson, un docente di storia anti-establishment, eletto presidente dopo il ventennale regno di Olafur Grimsson, in carica dal 1996.
Il neo-presidente, 48 anni compiuti proprio oggi, esulta e promette che il suo primo atto sarà quello di assistere al match di Euro 2016 tra Islanda e Inghilterra, in programma lunedì sera a Nizza. Johannesson è noto infatti per la sua passione calcistica che condivide con gli islandesi, il 10% dei quali – su una popolazione di poco superiore alle 330.000 persone – si trova in Francia per seguire la Nazionale, che è arrivata al traguardo storico degli ottavi di finale che ha esaltato il Paese.
Ma il ‘professore’ è divenuto famoso in Islanda, l’isola dei ghiacci segnata drammaticamente dallo tsunami finanziario del 2008 (quando la crisi portò al crollo delle tre principali banche private del Paese) soprattutto per le sue posizioni anti-sistema. Ha deciso di candidarsi sull’onda dello sdegno scatenato dallo scandalo Panama Papers.
Il primo a cadere dopo le rivelazioni sui conti off-shore è stato il premier Sigmundur David Gunnlaugsson, con le proteste di piazza che alla fine hanno investito tutto il governo conservatore, chiamato a difficili elezioni in autunno. Poi è toccato proprio all’ex presidente Grimsson, costretto a ritirare la candidatura per il sesto mandato perché dalle carte sui paradisi fiscali è emerso anche il nome della moglie.
Il cavallo di battaglia del nuovo presidente, che in campagna elettorale ha sempre vantato di non essere mai stato affiliato ad alcun partito, è l’inserimento in Costituzione del referendum di iniziativa popolare. Con la sua linea laica (ha abbandonato il cattolicesimo dopo gli scandali sulla pedofilia) e un carattere anti-conformista (seppur accademico ha tradotto 7 libri di Stephen King) ha sconfitto quello che era considerato il principale rivale. E alla fine David Oddsson, ex premier e governatore della Banca centrale, è arrivato addirittura terzo, alle spalle dell’imprenditrice Halla Tomasdottir, anche lei “orgogliosamente fuori” da ogni partito politico.