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Elezioni in Svezia, vince il centrodestra e gli xenofobi entrano in Parlamento

di luiss_smorgana |20 Settembre 2010 9:52

Il premier svedese Fredrik Reinfeldt

La Svezia ha scelto di virare ancora più a destra e il partito xenofobo per la prima volta si è aggiudicato l’ingresso in Parlamento. La coalizione di centrodestra guidata dal primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto le elezioni politiche, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta per formare da sola un nuovo governo. I ‘Democratici di Svezia’ (Sd) di Jimmi Akesson, che rappresentano la destra xenofoba, con circa il 5,7% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, e ne ottengono 20.

In base ai risultati quasi definitivi dello spoglio (il 98% delle circoscrizioni), l’Alleanza di quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto circa il 49,2% e 172 dei 349 seggi del Parlamento, e un suo secondo mandato sarebbe un’altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, in cui i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. Reinfeldt, parlando ai sostenitori in nottata, ha detto che cercherà l’appoggio dei Verdi e ribadito che non intende allearsi con l’estrema destra.

Sconfitto il centrosinistra, che puntava su una donna, la socialdemocratica Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si e’ fermato al 43,6% circa dei suffragi e ottiene 157 seggi. ”Abbiamo perso, tocca all’Alleanza (di centrodestra) il compito di costruire il governo”, ha detto la Sahlin. L’estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia, nonostante sia Reinfeldt che Sahlin abbiano categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico.

”Non li toccherei neanche con le pinze”, aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: ”Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi”. Esultante per il ”risultato fantastico”, Akesson, davanti ai sostenitori che scandivano il suo nome, ha ”promesso” che il suo partito ”non creerà problemi”. ”Ci assumeremo le nostre responsabilità, è la mia promessa al popolo svedese”, ha proclamato. In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale e’ stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l’opposizione che al contrario ha criticato l’indebolimento del celebre stato sociale svedese, ‘dalla culla alla tomba’.

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