Crocefisso, verso la sentenza di Strasburgo: ottimismo dell’Italia

Pubblicato il 16 Marzo 2011 - 21:13 OLTRE 6 MESI FA

STRASBURGO – Alla vigilia della sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocefisso, come di consuetudine a Strasburgo vige il massimo riserbo, eppure, nonostante tutto, trapela un certo ottimismo per un capovolgimento dell’esito, questa volta a favore dell’Italia.

Negli ambienti che conoscono l’istituzione, e in particolare in quelli che hanno più sostenuto l’Italia nella sua battaglia per mantenere il crocefisso nelle aule scolastiche, c’è infatti fiducia in una sentenza favorevole a Roma. Si fa strada con sempre più  forza la convinzione che i diciassette giudici della Grande Camera si apprestino a pronunciare un verdetto, che pur non essendo una totale e piena assoluzione, decreterà la non colpevolezza delle autorità italiane, ribaltando così quello che fu emesso da una delle Camere della stessa Corte nel novembre 2009.

Nel gruppo dei sostenitori di questa previsione, che si fa sempre più nutrito, la tesi più accreditata è che i giudici, alla fine, scelgano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Sarà difficile, rilevano fonti vicine al dossier, che i giudici arrivino ad affermare che il regolamento che impone il crocefisso sia di per sé accettabile.

Tuttavia, la Corte potrebbe assolvere l’Italia accettando la tesi del governo, ossia che la decisione di mantenere il crocifisso nelle aule della scuola di Abano Terme (Padova) è stata il frutto di un processo democratico. In altre parole, la Grande Camera darebbe il suo benestare alla presenza del crocifisso a patto che ci sia una procedura democratica che consenta, ad esempio al consiglio d’istituto di una scuola, di mettere ai voti la richiesta da parte di un genitore di un alunno che invece vuole toglierlo.

Quest’ultima soluzione viene ritenuta la più plausibile e viene interpretata come una vittoria a tutto tondo per il fronte pro-crocefisso. Ma c’è chi avanza anche un’altra ipotesi meno favorevole per l’Italia, che non potrebbe certo far cantare vittoria. La Corte potrebbe decidere di dichiarare il caso inammissibile ricorrendo a un cavillo legale, per esempio affermando che la signora Soile Lautsi, promotrice dell’azione legale, non ha esaurito tutte le vie di ricorso interno.

La questione, in questo caso, rimarrebbe aperta e tornerebbe a ripresentarsi innanzitutto nelle sedi giudiziarie italiane. Comunque sia, gli esperti di diritto avvertono che non sarà il verdetto in se stesso a decretare o meno la vittoria dell’Italia. Bisognerà invece leggere attentamente le motivazioni che la Corte addurrà a favore della sua scelta.

Certo nella sentenza, fanno sapere i piu’ maliziosi, non ci saranno gli eventuali ”motivi politici di opportunità” che potrebbero spingere i giudici ad assolvere l’Italia. La Corte europea è da tempo sotto il tiro incrociato degli Stati, a cominciare dalla Gran Bretagna in guerra con Strasburgo per il suo divieto di voto ai carcerati.