Enrico Letta al Congresso Spd: “Italia ce l’ha fatta da sola, ora svolta Ue”

di Paola Tamborlini
Pubblicato il 14 Novembre 2013 - 21:08 OLTRE 6 MESI FA
Enrico Letta al Congresso Spd: "Italia ce l'ha fatta da sola, ora svolta Ue"

Enrico Letta al Congresso Spd (Foto Lapresse)

LIPSIA – (ANSA) – L’Italia ce l’ha fatta da sola, senza un euro di aiuto. E proprio per questo ora può chiedere con forza che l’Europa segni una svolta concreta verso la crescita. Il premier Enrico Letta parla proprio dal cuore della locomotiva d’Europa, quella Germania che ha fatto dell’austerità il suo fiore all’occhiello e delle regole la spada di Damocle per gli altri Paesi Ue.

Letta prende la parola al congresso dell’Spd a Lipsia premettendo subito che intende essere molto “franco”. E indubbiamente ci riesce. Basta, scandisce dal palco, con “lo stereotipo che l’Italia sia un Paese assistito”: “L’Italia non ha chiesto niente a nessuno, neanche un euro”. E ora può rivendicare una politica europea che punti decisamente sulla crescita perché, Letta lo dice chiaramente, l’Ue non può più sbagliare la strategia sulla crisi, altrimenti rischia di colare a picco. Parole che suonano come un avvertimento nel giorno in cui la Cdu e la Spd, impegnate faticosamente a trovare l’accordo per una coalizione di governo, su una cosa sembrano essere graniticamente uniti: non hanno alcuna intenzione di condividere il debito Ue. E sarebbero già d’accordo nel portare a Bruxelles una linea di chiusura totale a qualsiasi ipotesi su eventuali eurobond o fondi di riscatto.

Se Letta al termine del suo discorso ottiene dal presidente dell’Spd Sigmar Gabriel il riconoscimento che l’Italia è “un buon esempio” per come si sta impegnando per uscire dalla crisi – parole che, pronunciate in tedesco, sono musica per le orecchie del premier – sul fronte europeo sembra esserci ancora molto da fare. E proprio per questo, il premier evita giri di parole e va dritto al punto. L’Europa deve agire unita “perchè non possiamo più permetterci di sbagliare”.

Richiama Francia e Germania, insieme all’Italia, i tre ‘big’ fondatori dell’Unione Europea, ai loro “doveri di solidarietà e responsabilità globale”. E ricorda che dalle sorti di ciascun Paese dipendono quelle europee. Italia compresa. Letta coglie così l’occasione per mandare un messaggio anche a casa e alle tentazioni dei lealisti berlusconiani e del loro capo. “Sento forte – scandisce – la responsabilità di un Paese dal cui successo o insuccesso può dipendere l’uscita dalla crisi europea. E sento forte questa responsabilità dopo il voto datomi dal parlamento italiano il 2 ottobre”.

Il premier torna quindi a parlare dell’orgoglio italiano, lontano da odiosi stereotipi. “Sento la responsabilità – dice – di un’Italia che sia in grado di dimostrare che sa fare il suo dovere fino in fondo, un Paese che rispetta le regole, che è tra i fondatori dell’Ue ed è europeista per davvero”. Già perchè se l’Europa non saprà cogliere l’ultima occasione che le resta per sterzare verso la crescita dando ossigeno ai Paesi più in difficoltà, dietro l’angolo l’aspetterà un altro notevole scoglio: il rischio cioè che il risultato delle elezioni dell’anno prossimo sia “il parlamento europeo più antieuropeo della storia”.

Per questo il premier invita la platea e tutta “l’opinione pubblica tedesca” a chiudere una volta per tutte con i pregiudizi. Basta, dice, con gli stereotipi sui tedeschi egoisti contro gli italiani pigri e scansafatiche. Altrimenti, “alle elezioni europee rischiamo una campagna piena di pregiudizi reciproci e tutto ciò non farà altro che far cresce il voto antieuropeista“.