Controllo Ue sugli Stati: “Troppi debiti, meno libertà di governo”

Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 16:40 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – Il vertice dell’Unione europea sta decidendo di stringere i controlli, sottraendo sovranità economica e di governo ai Paesi che sono sotto procedura per deficit eccessivo. Dal summit Ue si è deciso che Bruxelles potrà esaminare, prima dei parlamenti nazionali, le manovre finanziarie dei Paesi euro sotto procedura per deficit eccessivo, e potrà anche fare rilievi e proporre modifiche da rendere effettive nel corso dell’anno.

Non basta. I Paesi sotto osservazione dovranno anche fare degli sforzi in più. La bozza uscita dal summit infatti chiede ai Paesi ”sotto la tensione della crisi dei debiti”, ”uno sforzo in più” per il consolidamento dei conti. E se anche l’Ue dice di accogliere “con favore gli sforzi fatti da Spagna e Italia”, il messaggio per il nostro Paese è chiaro: non basta il pareggio di bilancio nel 2013 (come previsto dalla manovra) ma si deve aggredire il debito. E farlo subito.

In cambio di tutto questo l’Unione europea si impegna ad anticipare al più presto possibile il varo del Fondo salva Stati permanente. Nella bozza del summit di Bruxelles si legge infatti: “L’Unione europea anticiperà al prima possibile l’entrata in vigore del fondo salva-Stati permanente (Esm), previsto per il 2013, e dà mandato ai ministri dell’Economia di finalizzare la decisione entro fine novembre.

Il fondo di salvataggio ‘Efsf’ potrà concedere dei ”prestiti preventivi” fra il 2 e il 10% del Pil ai Paesi dell’area euro ”prima che questi trovino difficoltà a finanziarsi” sui mercati del debito.I prestiti preventivi, che potrebbero riguardare Paesi come l’Italia e la Spagna, attualmente sostenuti dalla Banca centrale europea attraverso l’acquisto dei bond governativi ma non oggetto di salvataggio come Grecia o Portogallo, rientrano nel rafforzamento del fondo ‘salva-Stati’ deciso al vertice Ue dello scorso 21 luglio.

La bozza delle linee guida conferma che non si tratta dell’unico meccanismo per potenziare il fondo ‘Efsf’: ci sono anche i prestiti ai governi per procedere alla ricapitalizzazione delle banche, e gli interventi nei mercati secondati del debito su input della banca centrale europea nel caso questa intraveda rischi per la stabilita’ finanziaria. Vi è inoltre la possibilità che il fondo di salvataggio compri titoli di Stato in asta (sul mercato primario) ma senza poter acquistare più del 50% dell’intero ammontare offerto.

Per quanto riguarda i prestiti preventivi, questi ”dovrebbero aiutare gli Stato membri le cui condizioni economiche sono ancora solide a continuare a finanziarsi sui mercati”. I due tipi di linee di credito preventive che vi rientrano, uno normale e uno rafforzato per Paesi con particolari vulnerabilità, in base alla bozza avrebbero durata di un anno, rinnovabile per due volte per un periodo di sei mesi ciascuna. L’accesso alle linee di credito preventive (Pccl), limitato ai Paesi dell’area euro, avviene sulla base di una ”valutazione globale” che tiene conto del rispetto degli impegni del Patto di stabilità (anche se i Paesi con deficit eccessivo posso accedervi impegnandosi a rispettare le raccomandazioni e correzioni del Consiglio Ue).

Per quanto riguarda invece le linee di credito rafforzate (Eccl), accordate agli Stati dell’area euro che non rientrano nei parametri appena indicati, ”lo Stato coinvolto deve, dopo una consultazione con la Commissione e la Bce, adottare misure correttive volte a correggere i suoi elementi di debolezza ed evitare futuri problemi di accesso ai mercati”.  Stando al documenti, il fondo Efsf potrà essere usato per ricapitalizzare le banche solo dopo che sarà fallito l’intervento di azionisti, investitori privati e governi.

Per sapere di quanto sarà questo Fondo salva Stati permanente, a quando verrà anticipata la sua entrata in vigore e quanti soldi si daranno alla Grecia, bisognerà aspettare il week end. Del fondo salva-Stati (Efsf) e sugli aiuti e l’aumento delle perdite dei privati che partecipano al secondo piano salva-Grecia, infatti, se ne occuperà sabato l’Eurogruppo. Mentre sulla ricapitalizzazione delle banche la scelta spetta all’Ecofin domenica, a meno che, come ventilato oggi dalle autorità tedesche, il vertice non sia rimandato.

La Merkel avrebbe già disdetto anche il suo intervento al Bundestag domani, dove era previsto che conferisse alle 9 del mattino, in vista del vertice di domenica prossima. Sono ore difficili per la cencelliera che oggi si è fatta attendere a lungo a una conferenza con i ministri della Cultura, a Berlino, per la quale ha disdetto solo all’ultimo momento.

Intanto la ‘troika’ (Ue-Fmi-Bce) ha scritto in un documento che la sesta tranche degli aiuti alla Grecia, pari a otto miliardi di euro complessivi, deve essere sborsata ”al più presto possibile”. Questo perché, scrivono Ue-Fmi e Bce, il ”deterioramento” delle condizioni economiche della Grecia renderà più difficile adottare le politiche richieste per il salvataggio. Ma ”una veloce decisione sul secondo programma di aiuti potrebbe ridurre le incertezze”.

Il Fondo monetario internazionale ha sottolineato che “la situazione sta peggiorando”. Per questo il vertice europeo di domenica e il G20 di novembre sono due vertici decisivi per provare a uscire dalla crisi. L’Fmi che auspica l’assunzione di decisioni concrete nel corso dei due importanti appuntamenti. ”Nutriamo forti speranze”, ha detto Gerry Rice, portavoce del Fondo. ”Speriamo che si mettera’ a punto un piano con un approccio omnicomprensivo”, ha aggiunto.

Il portavoce del Fondo monetario ha assicurato che non c’è “nessun contrasto tra Fmi ed Ue sul salvataggio della Grecia. Rice ha anche negato le voci che parlando di pesanti divisioni all’interno della troika (Ue-Fmi-Bce).  Sulla questione del debito di Atene ”non ci sono divergenze”, ha detto Rice, sottolineando come ”siamo nel corso di un processo di valutazione del piano greco sia da parte dei partner dell’eurozona che dei nostri esperti”.

Secondo Rice, quindi, ”è possibile che la prossima tranche di aiuti alla Grecia venga resa disponibile all’inizio di novembre”. Quanto alle violente dimostrazioni di piazza ad Atene, Rice ha aggiunto: ”Siamo preoccupati e capiamo i sentimenti della gente, perciò ribadiamo alle autorità greche la necessità di misure eque soprattutto in campo fiscale”.