Ségolène Royal: “I nostri figli non saranno al giuramento di Hollande”

Pubblicato il 11 Maggio 2012 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

Ségolène Royal e Francois Hollande (Foto LaPresse)

PARIGI – “La Repubblica è irreprensibile E’ stato eletto un presidente, Francois Hollande, non una famiglia, gli amici, i compagni”: giustifica così Ségolène Royal l’assenza dei quattro figli avuti con il suo ex Hollande alla cerimonia di giuramento del neo-eletto presidente di Francia.

In un’intervista a La Matinale-Canal Plus, l’ex candidata socialista all’Eliseo chiarisce che non saranno motivi personali a tenere lontani i figli dal giuramento di colui che è stato il suo compagno di vita per trent’anni. “Ci sono momenti intimi per la famiglia e momenti ufficiali in cui bisogna rispettare le regole protocollari. Saranno presenti alla cerimonia solo organi costituzionali. La presidenza della Repubblica non è una casa dove si entra e si esce”.

Lei, invece, vorrebbe essere presente: “Come ex candidato alle presidenziali o ex ministro o presidente regionale”, precisa.

Sulla situazione dell’Europa con la crisi sempre più forte della Grecia, Royal dice: “E’ evidente che ci vuole un’altra visione dell’Europa, delle emergenze, degli equilibri. L’arrivo di Hollande è una grande speranza in Europa, che sembra irrigidita su posizioni del passato e che ha spinto una serie di Paesi verso politiche di austerità che li hanno messi in ginocchio”.

Alla domanda se i Greci possano contare su Hollande per allentare la morsa dell’austerità, Royal risponde: “Sì, non solo i Greci, ma gli Spagnoli e tutti i Paesi europei che oggi sono vittime di corte vedute, imposte dal sistema bancario e dai mercati finanziari”.

Riguardo alla rinegoziazione del fiscal compact, invocata da Hollande ma respinta da Angela Merkel, Royal si domanda: “Vogliamo che la Grecia esca dall’euro? No. Dunque bisogna cambiare qualcosa. Francois Hollande è stato eletto sulla base di un impegno per avere altre regole del gioco: la possibilità che la Bce presti direttamente agli Stati, anziché alle banche, gli eurobond, cioè una certa mutualizzazione dei debiti, senza rimettere in discussione il rigore, ma senza precipitaer nell’austerità. Infine bisogna mobilitare i fondi strutturale europei per fare una politica di crescita”.

“I Greci devono fare sforzi, hanno lasciato andare alla deriva il loro Paese. Ma oggi l’Europa deve aiutarli a uscire dal tunnel, dando loro mezzi controllati per rilanciare la loro attività economica”.