George Osborne, non solo deputato e consulente d’oro: ora è anche direttore dell’Evening Standard

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2017 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
George Osborne, non solo deputato e consulente d'oro: ora è anche direttore dell'Evening Standard

George Osborne, non solo deputato e consulente d’oro: ora è anche direttore dell’Evening Standard (Foto Ansa)

LONDRA – Deputato, consulente finanziario e ora anche direttore di un giornale. L’ex Cancelliere dello Scacchiere britannico (ovvero ministro dell’Economia) George Osborne, conservatore, dopo l’addio al governo con l’arrivo di Theresa May ha deciso di darsi all’editoria, ed è diventato il nuovo responsabile dell’Evening Standard, il quotidiano della sera diffuso gratuitamente a Londra.

A dare l’annuncio su Twitter è stato l’editore e magnate russo Evgeny Lebedev, figlio di Alexander, l’oligarca che, dopo un passato nel Kgb con Vladimir Putin, ha comprato quote importanti nella compagnia aerea russa Aeroflof, nel quotidiano di opposizione Novaya Gazeta e nell’inglese The Independend, oltre che appunto nello Standard.

Nei giorni scorsi Osborne era stato criticato per la sua consulenza d’oro per il colosso finanziario Blackrock, pagata annualmente 650mila sterline per soli quattro giorni di lavoro al mese. Poco dopo è arrivato l’annuncio del suo nuovo incarico, destinato a sollevare nuove polemiche, dal momento che Osborne continua comunque a conservare il proprio seggio alla Camera dei Comuni.

La notizia ha scatenato forti critiche da parte di diversi partiti, fra cui il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, che l’ha definita come “una barzelletta”. Si sono così moltiplicate le richieste di dimissioni da deputato per l’ex ‘golden boy’ dei conservatori di David Cameron.

Nell’accettare il nuovo incarico di direttore, che inizierà a maggio sostituendo l’uscente Sarah Sands, Osborne si è detto “onorato ed emozionato” e promette, pur rimanendo un deputato Tory, che si impegnerà col suo team di giornalisti indipendenti a “dare voce ai londinesi” e “combattere per i loro interessi”, senza risparmiare critiche a tutti, dal governo ai politici della capitale.

L’ex cancelliere più giovane della storia britannica recente, a soli 45 anni è di fatto sparito dalla politica attiva (tranne qualche raro intervento ai Comuni contro la Brexit) dopo l’avvento alla premiership di Theresa May, che ha promesso una svolta economica più sociale e lo ha escluso dalla sua compagine come simbolo di fedeltà ai ‘dogmi’ del liberismo, della globalizzazione, dell’austerity oltre che di ostilità al divorzio da Bruxelles.