Germania. Sigmar Gabriel, leader Spd: “Mio padre nazista mi picchiava”

Pubblicato il 12 Gennaio 2013 - 00:34 OLTRE 6 MESI FA
Germania. Sigmar Gabriel, leader Spd: “Mio padre nazista mi picchiava” (Foto LaPresse)

BERLINO – “Mio padre era un convinto nazista e mi picchiava”. Sigmar Gabriel, leader dei socialdemocratici tedeschi, lo ha dichiarato in un’intervista con die Zeit. Il leader di Spd ha spiegato che il padre rimase un convinto nazista “fino alla fine della sua esistenza”.

Gabriel, poco premiato dai sondaggi, tanto da non essersi neppure fatto avanti come candidato cancelliere per le federali del 2013, è il numero uno del maggiore partito d’opposizione in Germania e parla per la prima volta di questa storia con die Zeit. La storia di un’infanzia dura, vissuta con il padre Walter a partire dai tre anni, perché dopo la separazione con la moglie questi decise di tenerlo con sé.

Le autorità competenti di un processo per l’affidamento, che durò sette anni, gli chiedevano continuamente: con chi vuoi stare? La risposta era chiara, dentro di lui: ”Con mamma”. Ma non aveva voce. Gabriel apprese poi a 18 anni del passato del padre: Walter gli chiese un appuntamento mentre faceva il servizio militare e gli intimò di presentarsi in divisa. La rivelazione segnò la fine di ogni contatto, per molto tempo. Walter Gabriel era ancora un convinto assertore delle idee naziste: era pieno di libri revisionisti, sottolineati in modo maniacale. Nel 2005 Sigmar tentò un riavvicinamento per elaborare il passato, ma fu inutile.

Non è diventato socialdemocratico perché il padre era nazista, spiega nell’intervista. Si schierò politicamente prima di scoprire la verità. Ma certamente lo ”spirito che regnava in quella casa” ha plasmato la sua visione. Una infanzia difficile: con un uomo che lo picchiava, che gli imponeva di chiamare ‘mammina’ la sua donna e che una volta, per un cattivo voto a scuola, arrivò a vendere tutti i suoi giocattoli.

”Non ce l’ho più con lui, non mi sento neanche più ferito”, ha detto, riappacificandosi con il passato. Diversamente dall’uomo che, poco prima di morire, rilasciò un’intervista a un giornale di destra sostenendo di essere stato piantato in asso dal figlio, che trascurava un ”padre malato”.