Governo, impasse politica in Belgio e Olanda

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 20:39 OLTRE 6 MESI FA

Prima a Bruxelles, poi all’Aja, sono falliti in un pomeriggio freddo, di autunno anticipato, i negoziati politici per dare al Belgio e all’Olanda un nuovo governo, sancendo in entrambi i paesi una situazione di impasse a circa 90 giorni dalle elezioni politiche, tenutesi rispettivamente il 13 e il 9 giugno scorsi.

Di Rupo pronto a lasciare. Il leader socialista francofono, di origini italiane, Elio di Rupo, indicato come possibile nuovo premier del Belgio, è pronto a gettare la spugna. Per la seconda volta in una settimana, oggi si è recato dal re Alberto II per rimettere il proprio mandato, ma il sovrano ha preferito prendere tempo. Non accettando la fine della missione di Di Rupo, Alberto II ha obbligato le sette formazioni politiche francofone e fiamminghe a rimettersi attorno ad un tavolo, ma il fallimento dei negoziati appare inevitabile. ”Gioco finito”, è il laconico messaggio inviato a metà pomeriggio all’agenzia Belga da uno dei negoziatori, al termine di cinque ore di discussioni che non sono riuscite a trovare un accordo sulla futura riforma dello Stato federale belga.

Le elezioni politiche del 13 giugno hanno sancito la vittoria dei socialisti di Di Rupo in Vallonia (sud del paese) e quella dei nazionalisti della Nuova alleanza fiamminga (N-va) di Bart De Wever nelle Fiandre del nord, complicando ulteriormente il quadro politico di un paese scosso da tentazioni secessioniste.

Uno dei punti più controversi dell’accordo sulla riforma statale riguarda i mezzi supplementari a disposizione della regione di Bruxelles, a maggioranza francofona, che il Ps vorrebbe portare da 250 milioni di euro a 500 milioni di euro, in cambio di impegni sulla loro buona utilizzazione. Per De Wever, la proposta di Di Rupo è inaccettabile perché solo ”estetica” e non rappresenta alcun cambiamento. ”E’ con tristezza che ho dovuto oggi constatare che due partiti fiamminghi non hanno potuto accettare le mie ultime proposte”, ha detto Di Rupo in un incontro con la stampa. Per Di Rupo, bisogna però continuare sulla strada del dialogo, giudicata inevitabile.

Scoglio anti-Islam in Olanda. Non è meno complicata la situazione in Olanda, dove dalle urne è uscito un sostanziale testa a testa tra liberali e laburisti, assegnando un clamoroso terzo posto all’estrema destra xenofoba e anti-islamica di Geert Wilders, diventata l’ago della bilancia. Dopo il fallimento dei colloqui per dare vita ad un governo di centro sinistra, oggi è tramontata l’ipotesi di dare vita ad un governo di minoranza di centro destra tra i liberali del Pvv e i cristiano democratici del Cda con l’appoggio esterno del Pvv, il partito di Wilders, che intende condurre una crociata contro ”l’islamizzazione” del paese.

Sono state proprio le posizioni estremiste di Wilders contro gli immigrati e l’islam, ad avere alienato il sostegno dei cristiano democratici. I colloqui erano cominciati il 9 agosto scorso. Gli olandesi sono senza un governo dallo scorso 20 febbraio, dopo la spaccatura sulla missione in Afghanistan che ha portato il paese alle elezioni anticipate.