Crisi, Pasok contro la troika: “Il ritardo sui negoziati danneggia la Grecia”

Pubblicato il 16 Ottobre 2012 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA
Antonis Samaras (Foto Lapresse)

ATENE – La Grecia non ce la fa più: non solo della crisi, ma ora pure della troika Fmi-Bce-Ue. “Insistenza sbagliata”, dice il leader dei socialisti del Pasok, Evangelos Venizelos, al termine di una giornata di negoziati tra il governo greco di Antonis Samaras e il trio europeo. Insistenza sul nuovo pacchetto di tagli di bilancio che Atene dovrebbe approvare per avere la nuova tranche di aiuti da 31,5 miliardi.

Sul ritardo per il mancato accordo fra la troika e il governo greco sul pacchetto dei tagli Venizelos ha detto che ”danneggia l’economia del Paese e la sua immagine sui mercati. Questo pacchetto di misure di austerità dovrà essere effettivamente l’ultimo non solo per la salvezza dell’economia greca ma anche per convincere gli investitori a tornare nel nostro Paese”.

Le trattative di martedì erano state anche interrotte per mezz’ora, con il commissario danese Poul Thomsen che si è allontanato per parlare con il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde.

A portare a questa decisione Thomsen era stata la questione dei licenziamenti dei dipendenti statali. La troika aveva chiesto ad Atene di licenziare 150.000 dipendenti pubblici entro la fine del 2015. Le altre condizioni imposte da Fmi, Bce ed Ue riguardavano tagli del 50% gli indennizzi per licenziamento a partire dal gennaio 2012 (quindi retroattivamente) e una riduzione del periodo di preavviso per licenziamento da sei a tre mesi.

Tutte misure, queste, che vedono nettamente contrari molti deputati sia del partito socialista Pasok sia di Sinistra Democratica, che appoggiano il governo di coalizione del premier Samaras.

Che le trattative non sarebbero state facili l’avevano capito gli stessi leader greci. Lunedì 15 ottobre il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, aveva annunciato che sarebbero andati per le lunghe. Ma certo non si aspettava questo stop improvviso.

Era invece ottimista il premier greco, Samaras, che lunedì si era detto fiducioso nell’arrivo della nuova tranche di aiuti: “La Grecia avrà presto la nuova tranche di aiuti per pagare i suoi debiti, ricapitalizzare le banche e immettere liquidità nel mercato. Allora si metterà fine alla paura del ritorno alla dracma. Per la prima volta in Grecia esiste un forte consenso popolare che sostiene le grandi e necessarie riforme strutturali. Il governo sta affrontando la crisi come una grande sfida e sta attuando tutte le misure necessarie per il miglioramento della competitività del Paese perché la Grecia è un Paese ricco che non ha mai valorizzato la propria ricchezza”.