Inghilterra/ Tra marketing e ideologia: ritratto di David Cameron, il prossimo premier inglese

Pubblicato il 9 Luglio 2009 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

David Cameron, capo del partito Tory, potrebbe vincere le prossime elezioni inglesi semplicemente per essere al posto giusto al momento giusto. La diffusa impopolarità di Gordon Brown, alimentata dai recenti scandali dei rimborsi parlamentari e dalla crisi finanziaria, ha portato al più alto tasso di sfiducia nei confronti dei Labour e del loro capo e potrebbe portare entro maggio, data prevista per le prossime elezioni politiche, all’insediamento di un governo di destra in Inghilterra. Al numero 10 di Downing Street siede ormai da 15 anni un membro della sinistra inglese cosicché la destra vive quella che a ragione può essere definita la più grave crisi della sua storia fin dalla sua nascita nel 1830.

Cameron vuole mostrarsi come l’uomo nuovo della situazione, forte anche della sua giovane età, 42 anni, e indicare una nuova strada, un misto di conservatorismo e riforme, quella vincente magari, ai Tory. Eppure, il background di Cameron è tutto fuorché quello di un self-made man e ricorda anzi, per i natali e le reti di amicizie, l’antica storia dell’alta borghesia conservatrice inglese. Discendente del re Giorgio IV e parente di Duff Cooper, ministro di uno dei governi Churchill, Cameron è andato a scuola alle elementari a Heather Down dove ha stretto amicizia col nipote di Paul Getty (col jet del quale è andato, per la prima volta, in America). La scuola secondaria l’ha terminata a Eton, liceo maschile, la più prestigiosa delle scuole pubbliche dalle elite inglesi; all’università ha studiato al Brasenose College di Oxford sotto la guida dello scienziato politico Vernon Bogdanor.

In questi anni al vertice del partito, tanto è stato fatto da parte di Cameron per svecchiare l’immagine di un partito catturato negli schemi del tatcherismo e darne un’immagine attraente. Da anni, nella percezione dei cittadini inglesi vive l’immagine di un partito slegato dalla società, che si rifugia nei temi tradizionali (la riduzione delle tasse, la lotta alla criminalità, il controllo dell’immigrazione) ma che non affronta le sfide di una società high-tech, globalizzata, multietnica.

E’ apparsa chiaramente al Cameron la strategia da seguire. Come ha detto in un recente meeting: “Perché sono qui? Perché penso che il modo in cui stiamo facendo politica in Gran Bretagna è noioso e antiquato”. Forse si stava riferendo al suo partito. Cameron è qualcuno che sa sfruttare i media e conosce il marketing della politica. Nel 2006, subito dopo la sua elezione alla direzione del partito, aveva portato, in slitte trainate da cani, i giornalisti nel arcipelago Svalbard in Norvegia ad assistere allo scioglimento dei ghiacciai. Inoltre, adesso il politico conservatore gode dell’immagine di femminista poiché sono state postati su Internet video che lo ritraggono mentre lava i piatti in cucina.

«Dobbiamo prendere il potere dalle elite politiche e darlo all’uomo e alla donna della strada». La Gran Bretagna vedrà a breve se questo nuovo conservatorismo sia solo un assortimento di slogan o un’ideologia per governare.