Inutile cena a Bruxelles per Monti e capi europei: parole contro il nein tedesco

Pubblicato il 24 Maggio 2012 - 01:42 OLTRE 6 MESI FA

Una cena cena delle illusioni quella che ha riunito a tavola a Bruxelles, la sera di mercoledì 23 maggio, decine di capi di Stato e di Governo europei per quello che hanno convenuto di definire vertice informale.Tutti hanno detto la loro, espresso i loro desideri, ma alla fine tutto si è arenato davanti alla tetragona e teutonica tenacia con cui Angela Merkel ha respintoogni assalto e ha ripetuto con serena e inesorabile fermezza il suo nein agli eurobond, cui l’italiano Mario Monti e il francese François Hollande si sono aggrappati come a un totem.

L’unica cosa su cui tutti sembra si siano trovati d’accordo è che la Grecia non esca dall’euro.

Il sentimento prevalente è che non se ne farà nulla, come ha riconosciuto lo stesso Monti, nonostante tutti i discorsi di assi tra lui e Hollande trasformati in tam tam dal suo ufficio stampa. Queste sono le parole di Monti: “Non si prenderà alcuna decisione, tuttavia si metteranno sul tavolo delle idee che saranno al centro del Consiglio europeo di fine giugno”.

Monti ha nominato “eurobond e investimenti pubblici”,anche se ha riconosciuto che queste misure “per alcuni Stati non rappresentino idee digeribili”. Ma, ha aggiunto Monti, “bisogna adottare soluzioni di più breve perdiodo, per fine giugno, per rilanciare la crescita”. Sarà dura convincere Angela Merkel e i suoi tedeschi a dare dei soldi all’Italia dopo l’impegno che Monti e il suo Governo ci hanno messo per aggravare la recessione in cui già si trovava il Paese.

Per il momento, comunque, tutto quel che è accaduto a Bruxelles è stato che i capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Unione europea si sono incontrati per una cena informale convocata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy per continuare a discutere le possibili nuove iniziative per la crescita economica.

Aria fritta, insomma. Tradotto in linguaggio un po’ più aulico, al prossimo Consiglio europeo, di cui la cena era una reparazione, si parlerà del Fiscal Compact da integrare con la crescita; di ricapitalizzazione della Banca Europea per gli Investimenti (Bei); della Golden Rule, ovvero l’ipotesi di scorporare dal calcolo del deficit le spese destinate agli investimenti produttivi, cui tanto tiene Monti anche se non appare un’idea di molto buon senso e nemmeno destinata a dare grande slancio all’economia. Infatti ciò di cui c’è bisogno è una pioggia di ottimismo diffusa e non concentrata su pochi grandi progetti, magari come il ponte di Messina. Si è già visto col G8 in Sardegna e in Abruzzo e con le opere per i 150 anni dell’Italia unita che peraltro con l’Italia unità avevano poco a che dire, che non c’è stato alcun vantaggio per l’economia e grande lavoro per carabinieri e procure.

Ma tant’è, quel che un Governo con poche idee e nessuna presa sulla macchina pubblica cerca è qualche colpo di immagine, ma questo è esattamente lo spartito su cui ha suonato, e da maestro, per vent’anni Berlusconi. Ma anche a lui alla fine i fili si sono tutti intorcinati e Berlusconi è caduto davanti agli elettori come un dirigibile sgonfiato.

Per arricchire il menu dietetico della cena, a Bruxelles parleranno anche della possibilità di emettere Project Bond, titoli obbligazionari mirati al rilancio delle grandi opere pubbliche ridando slancio all’economia e anche di Eurobond, così avversati da Berlino, obbligazioni sul debito pubblico dei Paesi dell’eurozona, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi Paesi di Eurolandia. Se stessero in ufficio a lavorare un po’ di più, non solo l’Italia, ma tutta l’Europa andrebbero meglio.