Irlanda, referendum aborto: vince il sì alla legalizzazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2018 - 23:41 OLTRE 6 MESI FA
Irlanda, referendum aborto: vince il sì alla legalizzazione

Irlanda, referendum aborto: vince il sì alla legalizzazione (Foto Ansa)

DUBLINO –  Risultato storico in Irlanda al referendum sulla legalizzazione dell’aborto: il Paese ha detto sì all’abrogazione dell’articolo 8 della Costituzione che finora di fatto vietava alle donne la possibilità di abortire, salvo circostanze eccezionali. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Secondo l’exit poll diffuso a seggi chiusi dalla tv pubblica Rte i voti favorevoli sarebbero stati pari al 68%, i contrari pari al 32%. I risultati ufficiali definitivi sono attesi nella mattinata di sabato.

Quello di venerdì 25 maggio è un voto storico. L’Irlanda, terra di secolari tradizioni cattoliche incamminata dietro il resto d’Europa verso la secolarizzazione, ha deciso sull’aborto libero in un referendum che ha diviso la sua gente. Ma non esattamente a metà.

Un voto convocato per voltare pagina dal fronte favorevole all’abrogazione dell’articolo 8 della Costituzione sulla tutela della vita del nascituro, introdotto nel 1983 per cementare il divieto di fatto dell’interruzione della gravidanza nel Paese, salvo casi eccezionali di pericolo diretto per la vita della madre. Un divieto che per anni ha significato viaggi all’estero per chi voleva abortire.

La giornata di bel tempo, almeno per gli standard irlandesi, ha favorito una buona affluenza, come speravano i sostenitori del sì. In uno scenario per certi versi simile a quello di un altro referendum contrastato e fortemente simbolico, sfociato giusto tre anni fa nel via libera ai matrimoni gay.

I 6.500 seggi sono stati aperti alle 7 locali per chiudere alle 22 (le 23 in Italia). Il risultato ufficiale è atteso per sabato 26 maggio. Ma quello di venerdì è stato un giorno storico, in cui i circa 3,3 milioni di elettori della Repubblica, da sempre indocile spina nel fianco della vicina Gran Bretagna, si sono affrontati su un tema che ha lacerato la coscienza nazionale, il tessuto sociale, il retroterra etico e la tradizione religiosa di un popolo.

Tutto deciso da un quesito secco, dall’alternativa sulle schede fra un sì e un no in gaelico e in inglese: ‘ta o nil’, ‘yes’ o ‘no’. Le previsioni non sono mai parse in bilico nelle settimane di una campagna referendaria pure animata da forti e diffuse contrapposizioni: fra aree urbane tendenzialmente ‘pro-choice’, donne in testa, e zone rurali a impronta antiabortista; ma anche fra generi, fra establishment e outsider, nonché fra una generazione e l’altra, con gli anziani più inclini verso il no, i giovani e l’età di mezzo verso il sì, e uno zoccolo duro non irrilevante di giovanissimi di nuovo attratto dagli argomenti pro-life.