Irlanda, referendum per abolire il Senato: “Tagliamo i costi della politica”

di Alessandro Carlini
Pubblicato il 4 Ottobre 2013 - 00:14 OLTRE 6 MESI FA

Irlanda, referendum per abolire il Senato: "Tagliamo i costi della politica"DUBLINO – Tradizione contro desiderio di tagliare i costi della politica. Pare proprio che prevarrà quest’ultimo il 4 ottobre quando 3,1 milioni di irlandesi andranno a votare in un uno storico referendum per abolire il Senato, che ha avuto fra i suoi membri personaggi illustri come il poeta William Butler Yeats. Come emerge dai sondaggi, infatti, oltre il 60% degli elettori è a favore dell’abolizione.

Il ‘Seanad’ è formato da 60 membri che però non vengono eletti direttamente dai cittadini ma da un corpo elettorale formato da senatori uscenti, deputati e rappresentanti locali, oltre ai membri nominati dal premier e dalle università. L’assemblea ha peraltro una funzione legislativa molto limitata rispetto alla più importante camera Bassa, il cosiddetto Dail Éireann.

L’abolizione comporterebbe un risparmio di circa 20 milioni di euro l’anno. Non è certo una cifra da capogiro ma serve al premier Enda Kenny per mostrare che la sua austerità viene condotta anche contro la politica per favorire la ripresa del Paese dopo il collasso economico della ex ‘tigre celtica’.

Il suo partito di maggioranza Fine Gael, dell’area di centro, ha guidato la campagna per il ‘sì’, sostenuto anche dal Labour e dal Sinn Fein. Mentre per il ‘no’ sono i repubblicani del Fianna Fail all’opposizione. ”Siamo di fronte a una istituzione obsoleta, che ha servito molto più gli interessi dei politici che dei cittadini”, ha tuonato nelle ultime dichiarazioni prima del voto Richard Bruton, ministro del Lavoro e a capo della campagna per il ‘sì’ del Fine Gael.

Dall’altra parte però anche i sostenitori del ‘no’ sono molto agguerriti e pensano che molti indecisi sono pronti a votare contro l’abolizione, che secondo loro è una proposta populista. Il leader di Fianna Fail, Micheal Martin, ha affermato che eliminare il Seanad si tradurrà solo nel rafforzamento dei poteri del governo. Il dibattito è stato anche accompagnato da uno scontro sui numeri del risparmio che comporterebbe l’eliminazione della camera Alta.

Il comitato del ‘no’ ha accusato gli avversari di aver ‘pompato’ dati che secondo loro sono molto più bassi. Immediata la replica del ministro Bruton: ”Non è vero, anzi, siamo stati prudenti”. In caso di vittoria a Dublino dei ‘sì’ il sentimento di voler tagliare drasticamente la politica si potrebbe diffondere altrove. Non è un caso se Lord Hattersley, ex dirigente del Labour britannico, ha proposto di ‘copiare’ i vicini irlandesi e abolire la Camera dei Lord.