Kosovo, tensione alle stelle con Belgrado. Nello scontro s’infila Mosca a difesa dei serbi. 3500 i soldati Onu

Non bastava la guerra in Ucraina: si riaccendono i fuochi del conflitto etnico in Kosovo. Sullo sfondo, l'ombra di Putin

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2022 - 15:07 OLTRE 6 MESI FA
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Kosovo, le proteste della minoranza serba a Mitrovica (Ansa)

Kosovo, tensione alle stelle con Belgrado. Il governo del Kosovo ha rinviato di un mese, fino al primo settembre, il divieto dell’uso di documenti serbi nelle regioni del nord a maggioranza serba, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass.

Kosovo, tensione alle stelle con Belgrado

L’annuncio del divieto, che doveva entrare in vigore oggi, ha scatenato violente reazioni dei serbi del Kosovo. E riacceso pericolosamente le tensioni tra Pristina e Belgrado.

Il Cremlino a Pristina: “Rispettate i diritti dei serbi del Kosovo”

“Tutti i diritti dei serbi in Kosovo devono essere rispettati”. Queste le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso dall’agenzia Interfax.

Dall’altra parte, la forza internazionale Kfor a guida Nato “controlla da vicino” la situazione al confine tra Kosovo e Serbi.

Ed è “pronta a intervenire se la stabilità è messa in pericolo”. In base al suo mandato, sancito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Nel comunicato diffuso in tarda serata, si afferma che il comandante della Kfor, il generale ungherese Ferenc Kajari, è in continuo contatto con tutte le istituzioni interessate e anche con i vertici militari serbi.

3500 soldati agli ordini dell’Onu per mantenere la stabilità

La Kfor, forte di circa 3.500 uomini, è presente in Kosovo dalla fine della guerra nel 1999, sulla base della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La popolazione serba, che è maggioritaria nel nord del Kosovo e che resta legata alle strutture parallele che la Serbia mantiene in Kosovo, dovrà essere in possesso dal primo agosto di documenti di identità emessi dalle autorità kosovare.

Ed entro fine settembre dovrà al tempo stesso sostituire le targhe automobilistiche serbe con quella kosovare. Per le proteste e i blocchi stradali messi in atto dai serbi, Pristina ha deciso in serata di chiudere i valichi di frontiera di Jarinje e Brnjak.

Il premier kosovaro Kurti accusa l’omologo serbo Vucic

Il premier kosovaro Albin Kurti ha accusato delle nuove tensioni interetniche il presidente serbo Aleksandar Vucic, che ha esortato Pristina a non continuare nella politica da lui ritenuta ostile ai serbi. Pur chiedendo alla popolazione serba di mantenere la calma e di non cedere alle ‘provocazioni’.

Le nuove tensioni in Kosovo e le accuse reciproche tra Belgrado e Pristina creano ulteriori problemi al dialogo facilitato dalla Ue. E allontanano le pur tenui speranze di poter organizzare in tempi brevi un nuovo incontro al vertice fra Vucic e Kurti, come auspicato dal mediatore europeo Miroslav Lajcak. Senza contare il peso dell’abbraccio russo alla Serbia. Storico legame che unisce le popolazioni slave e serbatoio inesauribile di latenti divisioni etniche e religiose pronte a esplodere.