Macron azzoppato, Draghi sotto mozione: buona la domenica per Putin

Macron azzoppato: non ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Draghi sotto mozione al Senato, mozione che chiederà a lui deescalation militare in per l'Ucraina. Dal fronte occidentale buone notizie per Putin. Giuseppe Conte capo in pectore del PPI, partito pacifista italiano.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 20 Giugno 2022 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
draghi macron ansa

Macron azzoppato, Draghi sotto mozione: buona la domenica per Putin. Nella foto Ansa Draghi e Macron

God news, buone notizie dal fronte occidentale: uno dei tre appena andati a Kiev a sostenere l’Ucraina non avrà il sostegno del suo Parlamento (L’Assemblea Nazionale) quando dovesse impegnare altre risorse del suo paese per l’Ucraina e contro l’invasione russa, un altro dei tre si ritrova in maggioranza di governo il capo in pectore del costituendo partito pacifista italiano e già domani il suo di Parlamento va a metterlo sotto mozione, cioè sotto avvertimento che per l’Ucraina, se proprio non abbiamo già dato, poco ci manca. God news dal fronte occidentale, buona la domenica per Putin: Macron e Draghi hanno grossi problemi nelle loro retrovie.

Melenchon ce l’ha fatta, non a vincere ma a far perdere

Obiettivo della vasta e variegata alleanza elettorale di ogni tipologia di gauche francese era far perdere la maggioranza assoluta in Parlamento al nemico pubblico numero uno della sinistra “insoumise” (non sottomessa). Obiettivo raggiunto: Macron avrà 40/50 deputati all’Assemblea in meno della maggioranza assoluta. La Nupes allestita per l’occasione e per l’occasione capitanata da Melenchon (una sorta di “gioiosa macchina da guerra” per trovare un riferimento nella storia politica italiana) si scioglierà subito tanti e tanto diversi sono i coalizzati per l’attimo elettorale.

Ma l’obiettivo strategico è stato raggiunto: azzoppare Macron, il macronismo vissuto dalla sinistra francese con lo stesso animo con cui un Landini in Italia potrebbe vivere incrocio e somma tra un Berlusconi e un Renzi. Colpire Macron è per Melenchon e la Nupes il sol dell’avvenire qui e oggi. Macron colpito dunque. Farà fatica a governare. A fare la riforma delle pensioni come a sostenere militarmente l’Ucraina. E se mantenere la Francia in prima linea nello schieramento anti russo dovesse costare in termini economici e sociali, allora mezzo Parlamento francese chiederà al Presidente di arretrare.

Conte, la terza incarnazione

Quella di capo, per ora in pectore, del PPI, al secolo Partito Pacifista Italiano. Il M5S certo, a parte quel guerrafondaio di Di Maio che addirittura voleva rispettare gli impegni con la Nato. E poi di certo Landini con la sua Cgil, appena ieri sono scesi in piazza “per la pace”. Proposta concreta, atto concreto per la pace secondo Cgil? Una e una sola: basta armi a Kiev. E i Santoro, i Giletti. Orsini già c’è, Di Battista pure. Magari arriva anche Bianca Berlinguer. E qualcuno di certo si aggrega dal Pd e da Leu. Non mancheranno cattolici. Partito Pacifista Italiano in formazione e già al suo quasi battesimo domani in Parlamento. Una bella mozione al Senato i cui si avverte il governo e al governo si intima di praticare deescalation militare in e per l’Ucraina. Deescalation unilaterale visto che la Russia ogni giorno intensifica e rinforza l’attacco? Deescalation militare dei paesi occidentali in pe per l’Ucraina che è esattamente quanto da mesi, visto che gli ucraini si ostinano a resistere, Mosca chiede, esige, aspetta?

Don Abbondio e Ponzio Pilato più…

Sì, sì, due volte sì: il Partito Pacifista Italiano, in un incrocio e fusione tra i caratteri umani di Don Abbondio e Ponzio Pilato, ha il suo capo in pectore e a misura: Giuseppe Conte nella sua terza incarnazione. Prima avvocato del popolo e premier per caso. Poi premier per tutte le stagioni, premier “orgogliosamente populista” e diffidente verso la Ue e poi, senza soluzione di continuità, premier tutto Ue, premier con Salvini e con il Pd, premier con chiunque e dalla mai lenita offesa di non esserlo più.

Ambizioso ai confini e oltre la presunzione: ora vuole dettare alla Nato, alla Ue, all’Occidente. Permaloso: chi non riconosce la lungimiranza della missione e della guida lo “infanga”. Conte aggiunge ai caratteri umani del Partito Pacifista Italiano (Don Abbondio fuso con Ponzio Pilato) altri tratti di antropologia diffusa: l’astuzia furbetta, il livore non sopibile, l’arroganza provinciale delle elites provinciali. Al M5S di Conte, alla Cgil di Landini, ai lacerti di filo sovietismo, ai giornalisti alternativi in carriera oggi o ieri, agli imbavagliati ogni sera in tv, ai nemici e insofferenti di Draghi a prescindere va aggiunta gran parte (quanta?) della pubblica opinione.

Gli spaventati più gli illusi

Per quel che davvero possono conoscere, i sondaggi parlano di circa il 60 per cento degli italiani che si dicono dalla parte degli ucraini e solo un 6/7 per cento si dice dalla parte dei russi. Ma i sondaggi non stimano la percentuale dello spavento, tanto meno la sua dinamica. Lo spavento di una guerra lunga, lunga e costosa. Lo spavento di una guerra che si allarga. Lo spavento di uno stato di guerra, più o meno “calda”, permanente in Europa. Spaventi, ansie e angosce che fanno massa e possono facilmente evolvere e mutare in illusioni. Illusione di potersi chiamare fuori. Illusione di poter trattare, patteggiare, fidarsi di Putin. Illusione che basti dare a Putin un po’ di Ucraina e tutto finisce. Scendendo molto nella scala delle cose del mondo, illusione che Giuseppe Conte sia uno statista.