Massimo D’Alema licenziato da presidente della fondazione socialista europea: “Colpa del Pd”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Giugno 2017 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA
Massimo D'Alema cede la presidenza delle fondazioni socialiste europee: "Colpa del Pd"

Massimo D’Alema perde la presidenza delle fondazioni socialiste europee: “Colpa del Pd”

ROMA – Massimo D’Alema licenziato dal gruppo socialista europeo, deve lasciare la presidenza della fondazione socialista europea: “Colpa del Pd”. Massimo D’Alema (come già aveva anticipato Blitz quotidiano) cede all’eurodeputata socialista portoghese Maria Joao Rodrigues la presidenza della Feps (Foundation for European Progressive Studies, che riunisce le fondazioni socialiste europee). Secondo quanto riferiscono i presenti, durante l’assemblea annuale della Fondazione si è votato per rinnovare le cariche dirigenti. Dopo una bocciatura da parte dell’assemblea alla proposta di fare slittare il rinnovo a ottobre, D’Alema si sarebbe tirato indietro e Joao Rodrigues è stata quindi eletta all’unanimità.

Nel nuovo ufficio di presidenza della Feps, a quanto si apprende, ci sarà anche un italiano: Adrio De Carolis, della Fondazione Eyu (Europa, Youdem, l’Unità), espressione del Pd.

Il passaggio di consegne al vertice della Feps, la fondazione che riunisce le fondazioni socialiste europee, con il presidente Massimo D’Alema che ha dovuto cedere il posto all’eurodeputata socialista portoghese Maria Joao Rodrigues “è stata un’imposizione politica arrivata dall’esterno“. E’ quanto denuncia lo stesso D’Alema interpellato dall’ANSA a margine di un evento a Bruxelles.

“Che io lasciassi la presidenza era normale, avevo già annunciato che non mi sarei ricandidato – ha aggiunto -. Ho ricoperto questo ruolo per sette anni, un record assoluto. Il problema è stato il modo: c’è stata un’operazione imposta dal partito, dall’esterno, e questa è una pesante violazione dell’indipendenza culturale della Feps”.

In realtà, come aveva anticipato Blitzquotidiano, la permanenza di D’Alema al vertice della fondazione era diventata incompatibile dopo che D’Alema, Bersani e compagni hanno lasciato il Pd per dare vita a Art.1, versione un po’ cupa di Rifondazione comunista.

La sentenza di condanna l’ha pronnunciata, parlando alla tv della Unità, il leader del Partito dei Socialisti Europei, Sergei Stanishev, ex premier bulgaro: per i fuoriusciti dal Pd «non ci può essere spazio» nel Pse; la scissione del Pd è «un errore storico» che mina l’unità delle forze progressiste europee; Massimo D’Alema si è comportato con una «totale mancanza di lealtà» sia nei confronti del Pd che del Pse. Le sue critiche, ha osservato Stanishev sono motivate «principalmente da risentimenti personali». Come sono lontani i tempi in cui i comunisti fucilati nel cortile della Lubjanka ringraziavano il Partito dell’atto di giustizia.