Matteo Salvini in Scozia per il referendum: “Qui, a scuola di democrazia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2014 - 01:47 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini in Scozia per il referendum: "Qui, a scuola di democrazia"

MAtteo Salvini (foto Ansa)

EDIMBURGO – C’è anche Matteo Salvini in queste ore a Edimburgo, nel giorno del voto sull’indipendenza della Scozia. E’ ”a scuola di democrazia”, spiega lui stesso all’Ansa. ”Perché, comunque vada, ha vinto la democrazia e la partecipazione. E io da cittadino suddito invidio chi, grazie alla regina Elisabetta, puo’ scegliere il suo futuro. Noi abbiamo Giorgio Napolitano che per il momento è su tutt’altro fronte”.

E’ venuto quindi a sentire l’aria che si respira nella capitale della Scozia che sceglie: ‘‘Bella atmosfera. Di confronto sereno. Inimmaginabile per l’Italia: i sostenitori del Sì  e del No a tre metri di distanza che si sorridono, distribuiscono i volantini, senza astio. Già questo è diverso rispetto a casa nostra dove c’è il derby da stadio quando si parla di politica. E poi una marea di giovani, una marea di giovani per il Si. Spero che vinca il Si’ perche’ se i giovani votano si’ e’ perche’ ci sperano”. I

l segretario federale della Lega non è l’unico ‘osservatore’ in città: le strade di Edimburgo pullulano di catalani, baschi, molti arrivano fin dal Quebec. Perché è  un momento storico, perché potrebbe costituire un precedente importante. In Europa soprattutto: ”l’Europa – dice Salvini – è  quanto di più antidemocratico che ci sia. Questa sarebbe una ventata di aria fresca a Bruxelles e a Strasburgo, che hanno veramente bisogno di aprire le finestre. Se i popoli scelgono rischiano magari di dire anche no all’euro. Qua sono stati furbi e non l’hanno preso da subito, se l’Italia votasse secondo me ce ne libereremmo anche in Italia”.

Quindi in queste ore a Edimburgo si viene ”per conoscere. Non per appropriarmi di battaglie altrui. Per conoscere, per incontrare i catalani, i baschi i fiamminghi, i bretoni, i corsi, i sardi”. ”La prossima tappa potrebbe essere quella catalana, il voto di Barcellona. E poi perché no, il Veneto” dice Salvini. Intanto ”Comunque vada per gli scozzesi è una vittoria, – osserva – perché anche se vincessero i No a Londra hanno promesso tanti di quei soldi, di quei poteri, di quell’autonomia, che ne hanno per i prossimi cinquant’anni”.

Qui ci si è arrivati però dopo un lungo percorso politico, di recente accelerato, ma che passa da una devolution già esistente. ”E’ quello che abbiamo provato a cominciare noi vent’anni fa. In Scozia stanno lavorando da tre secoli, noi da vent’anni. Pero’ anche noi abbiamo chiesto la devoluzione, il federalismo fiscale. Ci hanno sempre detto di no. Questa potrebbe essere una lezione salvifica anche per l’Italia”. Il prossimo passo della Lega quindi? ”Domenica saremo a Cittadella in provincia di Padova con migliaia di persone per chiedere che Roma permetta ai veneti di scegliere. Come gli scozzesi, ne’ piu’ e ne’ meno”.